Basta con l’Arcella “confine dell’impero” e, soprattutto, basta con l’immagine stereotipata di quartiere messo all’angolo da criminalità ed insicurezza. Le varie anime del commercio di un quartiere che per vastità e densità abitativa è più identificabile in una vera e propria città di 40mila abitanti distribuiti lungo una dorsale di quattro km si sono incontrate ieri sera in una sala riunioni di via Curzola, in una affollata assemblea voluta da Confcommercio Ascom Padova, alla presenza dell’assessore al commercio Marta Dalla Vecchia, del vicepresidente vicario Ascom Patrizio Bertin, del direttore generale Ascom Federico Barbierato, affiancati dal neo responsabile Ascom del quartiere Arcella, Michele Tommasi e dal segretario per i quartieri di Padova Mirco Giacomello.
Molte le tematiche sul tappeto, affrontate con spirito propositivo e con la consapevolezza che i soggetti coinvolti, proprio per la specificità del quartiere, devono crescere ancora, in modo da fornire un quadro esatto dell’esistente e favorire quindi un’efficace disamina dei problemi.
Dall’illuminazione insufficiente ai problemi legati alla richiesta di sicurezza, dall’esigenza di creare occasioni di rivitalizzazione del quartiere utilizzando anche lo strumento del mercato, svolto però dagli stessi operatori di zona, all’individuazione di aree critiche come quella del Bingo, che costituiscono fonte di richiamo per microcriminalità e delinquenza varia.
Una cosa hanno sottolineato i presenti alla riunione: l’Arcella non deve più brillare nella stampa locale come il quartiere insicuro emblema di Padova. Molte sono le attività commerciali gestite da stranieri che in questi anni hanno dimostrato di integrarsi con le realtà locali, dimostrando così che integrazione ci può essere e che se ben gestite anche queste dinamiche si trasformano in forze propulsive anche per la stessa economia.
“L’Ascom vuole essere presente – ha sostenuto Patrizio Bertin – nella vita commerciale di tutte le imprese del territorio. Siamo in grado di fornire tutte le soluzioni operative per facilitare la vita degli imprenditori del terziario e questo incontro vuole essere solo il primo di una serie. Il nostro obiettivo è quello di raccogliere le indicazioni utili che provengono dal territorio, per poter essere volano efficace di domande alle quali far seguire risposte concrete”.
“Si potrebbe – ha detto il delegato Tommasi – investire nel quartiere in cultura. L’insediamento di un campus, magari universitario dedicato alle arti espressive (teatro e danza) oppure allo sport, favorirebbe il “ringiovanimento”£ della popolazione locale”.