Nessuno, in campo maschile, è mai riuscito a ripetersi, in Prato della Valle. Che sia lui il primo? Il brasiliano Paulo Roberto Paula, vincitore dell’edizione 2013 della Maratona S.Antonio, domenica 27 aprile sarà per forza di cose l’uomo da battere sulla strada che da Campodarsego porta a Padova. D’altra parte, questa gara è nel suo destino: nel 2012, grazie alla medaglia di bronzo vinta qui (con il suo primato personale: 2 ore 10’23”) è stato selezionato per partecipare ai Giochi Olimpici di Londra, chiusi all’ottavo posto davanti all’azzurro Ruggero Pertile. Un anno dopo è tornato alla Maratona S.Antonio, con cui aveva un debito di riconoscenza, e si è comportato ancora meglio tagliando il traguardo per primo in 2 ore e 13’00, sotto la pioggia, con una strepitosa rimonta negli ultimi cinque chilometri.
Stavolta dovrà guardarsi da un connazionale, Franck Caldeira de Almeida, che a Londra 2012 difese con lui i colori della seleção e che in carriera si è imposto nelle maratone di San Paolo, Rio de Janeiro e Recife, forte di un primato personale di 2 ore 12’03”. Caldeira è il più giovane di sette fratelli e nell’atletica ha cercato una via per emergere, tanto che oggi, nell’home page del suo sito, scrive una frase che rende bene il suo spirito combattivo: “Per arrivare dove sono ho dovuto uccidere un leone al giorno”.
Ovviamente nell’elenco dei favoriti non possono mancare gli specialisti keniani, storicamente dominatori della specialità a livello internazionale. A Padova ci saranno il ventottenne Eliud Magut, un personale di 2 ore 10’31” siglato imponendosi a Cannes nel 2012, e Pharis Irungu Kimani, atleta dell’altipiano che, curiosamente, si esprime al meglio nelle gare del Nord, tanto da salire sul podio alle maratone di Munster, in Germania (dove ha realizzato il suo PB, 2 ore 12’04”), Riga, in Lettonia, Tallin, in Estonia, e Kassel, ancora in terra tedesca.
Il ventinovenne Luca Campanella, invece, non è ancora salito su un podio internazionale ma chissà che non possa riuscirci a breve, anche perché il suo esordio, a novembre 2013 (2 ore 26’35”, a Torino) è stato promettente. Per ora è forse più noto come fidanzato di Emma Quaglia, tra le migliori maratonete azzurre in attività – Emma ha già fatto sapere che sarà a Padova a tifare per lui – ma ha tutta l’intenzione di affermarsi in prima persona, partendo proprio dalla Maratona S.Antonio.
In campo femminile, occhi puntati sulla keniana Rose Chepchumba, già nazionale di cross del suo paese, seconda alla maratona di Rio de Janeiro 2013, un personale di 2 ore 35’13” sui 42 chilometri. Ma attenzione all’azzurra Fatna Maraoui, atleta di origini marocchine diventata italiana per amore e oggi residente a Biella. Fatna ha vestito più volte la maglia azzurra, l’ultima volta a marzo ai Mondiali di mezza maratona di Copenaghen, e gareggia per l’Esercito: forte di un personale di 2 ore 37’22” realizzato a Venezia, a Padova cerca la consacrazione in una maratona. Con loro anche Vera Nunes, miglior portoghese a New York 2013, e la slovena Lucija Krkoc, che torna su queste strade dopo il quinto posto del 2011.
«E’ un cast in grado di garantire due gare combattute, sia tra gli uomini che tra le donne» spiega Giampaolo Urlando, responsabile tecnico dell’evento. «Siamo particolarmente contenti di aver riportato a Padova Roberto Paula, atleta molto legato alla nostra manifestazione. Anche grazie ai suoi risultati la Maratona S.Antonio si è accreditata presso la federazione brasiliana e in questi mesi parecchi manager del paese che ospiterà i prossimi Giochi olimpici hanno chiesto di poter inserire i loro atleti fra i top runners del nostro evento».
E chissà che con tanti atleti di rilievo non possano scappare anche i nuovi record della corsa, migliorando le 2 ore 09’02 dell’etiope Aredo Toleda Tadese in campo maschile e le 2 ore 29’25” della keniana Florence Chepsoi in quello femminile, entrambi datati 2011.