Dal primo settembre un’altra “tassa” in arrivo sui buoni pasto. Questa volta Stato e amministrazioni locali non c’entrano. A decidere la svalutazione del 10% dei buoni pasto sono stati i baristi, in particolare quelli della zona via Scrovegni, via Tommaseo e limitrofe.
Come segnala un nostro lettore, Massimo. S. che ringraziamo, da qualche giorno in quasi tutti i bar della zona Scrovegni – Fiera – Tommaseo di Padova viene esposto un cartello destinato a fare rumore nell’utenza, in particolare in quella dei clienti che usufruiscono dei “buoni pasto”. Infatti viene comunicato che dal 1 settembre “verrà applicata una commissione del 10% sul valore facciale di ogni buono pasto accettato, per il servizio di gestione”.
Gli esercenti che lo hanno esposto si dichiarano in pratica stanchi di “subire” le condizioni onerose che riferiscono applicate dai circuiti dei “buoni-pasto”, i quali, oltre a rimborsare a lunga scadenza gli importi, caricano sull’esercente i costi di gestione del “buono”, in continuo aumento negli ultimi anni: in pratica oggi incassare un buono pasto viene a “costare” all’esercente dal 20% al 30% del valore nominale del buono stesso.
Si attendono le reazioni dei clienti, oltre che quelle dei circuiti.