”Stiamo lavorando ad una ordinanza che non sia facilmente impugnabile davanti al Tar e che produca effetti. Ci vorrà del tempo: lavoriamo in stretto contatto con la Prefettura”. Questo il commento del vice sindaco Claudio Sinigaglia sul ritardo della firma all’ordinanza comunale, annunciata dal sindaco Flavio Zanonato nei giorni scorsi che prevederebbe una multa di 500 euro per chi viene trovato dalle forze di polizia in possesso di droga o che la stia consumando o vendendo all’aperto. Secondo indiscrezioni non confermate ufficialmente, l’ordinanza allo studio della Prefettura di Padova prevederebbe la possibilità di non pagare la sanzione a patto che la persona che la viola partecipi ad una serie di incontri organizzati dal centro contro le dipendenze dell’Ulss.
In attesa della firma dell’ordinanza, attesa in un primo momento per sabato scorso, gli attivisti del centro sociale Pedro annunciano una immediata reazione il giorno della promulgazione del regolamento comunale con una “spinellata di massa” in piazza delle Erbe sotto il municipio.
”Negli ultimi giorni – commenta Max Gallob, leader del centro sociale Pedro – abbiamo assistito all’ultima manovra di chiaro stampo propagandistico da parte del sindaco Zanonato mirata a multare spacciatori, consumatori, acquirenti di sostanze stupefacenti con una sanzione di 500 euro, oltre alle già pessime leggi in vigore.
Il problema che ci preme suscitare non è legato agli spacciatori o ai consumatori di sostanze, quanto ad un concetto generale: la continua sottrazione di libertà di cui siamo vittime in questa città e il reiterato tentativo di negazione per tutte quelle passioni vive che animano i nostri corpi e fanno vivere i nostri territori.
La vera droga deleteria per il corpo di questa città sono le ordinanze del suo sindaco, unico vero veleno delle arterie e del sangue di Padova. Quel sangue, fonte di vita, siamo noi”.
In attesa della firma dell’ordinanza, attesa in un primo momento per sabato scorso, gli attivisti del centro sociale Pedro annunciano una immediata reazione il giorno della promulgazione del regolamento comunale con una “spinellata di massa” in piazza delle Erbe sotto il municipio.
”Negli ultimi giorni – commenta Max Gallob, leader del centro sociale Pedro – abbiamo assistito all’ultima manovra di chiaro stampo propagandistico da parte del sindaco Zanonato mirata a multare spacciatori, consumatori, acquirenti di sostanze stupefacenti con una sanzione di 500 euro, oltre alle già pessime leggi in vigore.
Il problema che ci preme suscitare non è legato agli spacciatori o ai consumatori di sostanze, quanto ad un concetto generale: la continua sottrazione di libertà di cui siamo vittime in questa città e il reiterato tentativo di negazione per tutte quelle passioni vive che animano i nostri corpi e fanno vivere i nostri territori.
La vera droga deleteria per il corpo di questa città sono le ordinanze del suo sindaco, unico vero veleno delle arterie e del sangue di Padova. Quel sangue, fonte di vita, siamo noi”.
Riceviamo e pubblichiamoil testo integrale del comunicato che annuncia la spinellata di massa in piazza delle Erbe:
A tutta quell’altra Padova che non crede nei muri, nel proibizionismo come risoluzione delle problematiche sociali.
A tutti coloro che per l’ennesima volta vedono sfidata la propria libertà personale da ordinanze del sindaco Zanonato mirate a paventare una finta sicurezza fomentatrice in realtà di paura e controllo sociale.
A tutti coloro che sono stanchi di vivere in una città nota sul piano nazionale unicamente per le politiche securitarie che produce e sperimenta.
A tutti voi è rivolto questo appello.Negli ultimi giorni abbiamo assistito all’ultima manovra di chiaro stampo propagandistico da parte del sindaco Zanonato mirata a multare spacciatori, consumatori, acquirenti di sostanze stupefacenti con una sanzione di 500 euro, oltre alle già pessime leggi in vigore.
Questo è troppo!
Il problema che ci preme suscitare non è legato agli spacciatori o ai consumatori di sostanze, quanto ad un concetto generale: la continua sottrazione di libertà di cui siamo vittime in questa città e il reiterato tentativo di negazione per tutte quelle passioni vive che animano i nostri corpi e fanno vivere i nostri territori.
La vera droga deleteria per il corpo di questa città sono le ordinanze del suo sindaco, unico vero veleno delle arterie e del sangue di Padova. Quel sangue, fonte di vita, siamo noi!
Quest’ultima manovra è chiaramente mirata alla campagna elettorale che il sindaco sta aprendo in vista delle prossime elezioni amministrative. Una campagna elettorale che, come tutte le mosse di questa giunta, pagheremo unicamente noi cittadini, sulla nostra pelle in linea con quella che è stata la politica istituzionale di questa città negli ultimi anni.
Per l’ennesima volta Padova diventa protagonista di politiche bieche e miopi, che sempre più suscitano nei suoi cittadini un immaginario degno del celebre libro di Orwell: muri, telecamere, militari, polizia, polizia cinofila, coprifuochi, multe e sgomberi.
Non è infatti la prima volta che ci troviamo d’innanzi a politiche scellerate da parte di questa amministrazione; viceversa questi cinque anni sono stati un susseguirsi di ordinanze di stampo proibizionistico e securitario.
L’abbiamo visto con la costruzione del muro di via Anelli, primo grande baluardo del nostro sindaco/sceriffo, per poi passare alla multe ai clienti delle prostitute, fino ad arrivare al coprifuoco per i bar del centro per finire con le ultime manovre: l’introduzione dei militari nelle strade della nostra città, l’installazione di centinaia di telecamere a vigilare ogni angolo della nostra vita sociale e privata e la multa “antispaccio” accompagnata dal dispiegamento di decine di unità cinofile.
Tutte ordinanze e atti mirati alla garanzia di quel labile principio di sicurezza che viene esibito ogni qualvolta qualcuno tenti di opporsi a queste logiche, ma che hanno ripetutamente dimostrato la loro totale inefficienza rispetto al problema che si ponevano di risolvere. Al contrario allargandolo e diffondendolo.
Scavando, neanche troppo in profondità, dietro questo principio della sicurezza, si fa sempre più luce la reale opera che questa amministrazione a messo in campo in città: la politica della paura, del controllo. Questa sottile linea parallela che corre vicino alla facciata delle politiche per la sicurezza, ci parla di una sempre più evidente intenzione di sopprimere ogni forma di dissenso, di ribellione, di ricerca di libertà.
Le politiche che ci troviamo ad affrontare non divengono altro se non il palese tentativo di reprimere ogni forma di insubordinazione al comandante, coperta e garantita dalla paura che viene suscitata nel resto dell’equipaggio. Una paura che deve essere affrontata immediatamente, prima che muti in abitudine, prima che diventi rassegnata accettazione.
Il finale di “1984” non c’è mai piaciuto, vogliamo e possiamo riscriverlo tutti insieme, tutti quei cittadini che a questa Padova non ci stanno, tutti quei cittadini che credono nell’altra Padova, tutti quei cittadini che credono che le paure non vanno interiorizzate, ma affrontate.
È per questo che in occasione dell’approvazione di una simile ordinanza (o di qualche suo surrogato) invitiamo tutti i cittadini dell’altra Padova ad una “spinellata di massa” in piazza sotto le finestre del Comune.
Per un’iniziativa che profumerà di libertà.
A tutta quell’altra Padova che non crede nei muri, nel proibizionismo come risoluzione delle problematiche sociali.
A tutti coloro che per l’ennesima volta vedono sfidata la propria libertà personale da ordinanze del sindaco Zanonato mirate a paventare una finta sicurezza fomentatrice in realtà di paura e controllo sociale.
A tutti coloro che sono stanchi di vivere in una città nota sul piano nazionale unicamente per le politiche securitarie che produce e sperimenta.
A tutti voi è rivolto questo appello.Negli ultimi giorni abbiamo assistito all’ultima manovra di chiaro stampo propagandistico da parte del sindaco Zanonato mirata a multare spacciatori, consumatori, acquirenti di sostanze stupefacenti con una sanzione di 500 euro, oltre alle già pessime leggi in vigore.
Questo è troppo!
Il problema che ci preme suscitare non è legato agli spacciatori o ai consumatori di sostanze, quanto ad un concetto generale: la continua sottrazione di libertà di cui siamo vittime in questa città e il reiterato tentativo di negazione per tutte quelle passioni vive che animano i nostri corpi e fanno vivere i nostri territori.
La vera droga deleteria per il corpo di questa città sono le ordinanze del suo sindaco, unico vero veleno delle arterie e del sangue di Padova. Quel sangue, fonte di vita, siamo noi!
Quest’ultima manovra è chiaramente mirata alla campagna elettorale che il sindaco sta aprendo in vista delle prossime elezioni amministrative. Una campagna elettorale che, come tutte le mosse di questa giunta, pagheremo unicamente noi cittadini, sulla nostra pelle in linea con quella che è stata la politica istituzionale di questa città negli ultimi anni.
Per l’ennesima volta Padova diventa protagonista di politiche bieche e miopi, che sempre più suscitano nei suoi cittadini un immaginario degno del celebre libro di Orwell: muri, telecamere, militari, polizia, polizia cinofila, coprifuochi, multe e sgomberi.
Non è infatti la prima volta che ci troviamo d’innanzi a politiche scellerate da parte di questa amministrazione; viceversa questi cinque anni sono stati un susseguirsi di ordinanze di stampo proibizionistico e securitario.
L’abbiamo visto con la costruzione del muro di via Anelli, primo grande baluardo del nostro sindaco/sceriffo, per poi passare alla multe ai clienti delle prostitute, fino ad arrivare al coprifuoco per i bar del centro per finire con le ultime manovre: l’introduzione dei militari nelle strade della nostra città, l’installazione di centinaia di telecamere a vigilare ogni angolo della nostra vita sociale e privata e la multa “antispaccio” accompagnata dal dispiegamento di decine di unità cinofile.
Tutte ordinanze e atti mirati alla garanzia di quel labile principio di sicurezza che viene esibito ogni qualvolta qualcuno tenti di opporsi a queste logiche, ma che hanno ripetutamente dimostrato la loro totale inefficienza rispetto al problema che si ponevano di risolvere. Al contrario allargandolo e diffondendolo.
Scavando, neanche troppo in profondità, dietro questo principio della sicurezza, si fa sempre più luce la reale opera che questa amministrazione a messo in campo in città: la politica della paura, del controllo. Questa sottile linea parallela che corre vicino alla facciata delle politiche per la sicurezza, ci parla di una sempre più evidente intenzione di sopprimere ogni forma di dissenso, di ribellione, di ricerca di libertà.
Le politiche che ci troviamo ad affrontare non divengono altro se non il palese tentativo di reprimere ogni forma di insubordinazione al comandante, coperta e garantita dalla paura che viene suscitata nel resto dell’equipaggio. Una paura che deve essere affrontata immediatamente, prima che muti in abitudine, prima che diventi rassegnata accettazione.
Il finale di “1984” non c’è mai piaciuto, vogliamo e possiamo riscriverlo tutti insieme, tutti quei cittadini che a questa Padova non ci stanno, tutti quei cittadini che credono nell’altra Padova, tutti quei cittadini che credono che le paure non vanno interiorizzate, ma affrontate.
È per questo che in occasione dell’approvazione di una simile ordinanza (o di qualche suo surrogato) invitiamo tutti i cittadini dell’altra Padova ad una “spinellata di massa” in piazza sotto le finestre del Comune.
Per un’iniziativa che profumerà di libertà.
Non bisogna avere paura per essere liberi!
Cittadini/e e non sudditi dell’altra Padova