Riforma del Senato, cosa cambia per il Veneto spiegato da Giorgio Santini

 

Quella del Senato e del titolo Quinto della Costituzione e’ una riforma di portata di storica, che grazie all’impegno di Renzi, del Partito Democratico e delle forze della maggioranza si sta avviando alla conclusione. – A valutare l’impatto della riforma del Senato sulla politica veneta è Giorgio Santini, senatore democratico e capogruppo del partito Democratico in Commissione Bilancio – Dopo l’approvazione della riforma in Senato, che ragionevolmente avverrà prima della pausa estiva, il provvedimento passerà alla Camera. E finalmente da un bicameralismo perfetto, ma lento passeremo ad sistema piu’ efficiente con una Camera Legislativa ed un vero e proprio Senato delle Regioni.”

Quali dunque i poteri del nuovo Senato? “Il Senato avra’ il potere di iniziativa legislativa e potrà sottoporre alla Camera dei Deputati le proposte di legge. – prosegue il senatore dem – Sarà fondamentale per i provvedimenti di revisione costituzionale, per la normativa sui referendum e per la determinazione della legge elettorale ed i rapporti con l’Unione Europea e le autonomie locali. Avra’ anche la facoltà di riesaminare i disegni di legge della Camera e chiedere modifiche. E naturalmente sarà il luogo di confronto tra le autonomie locali e di proposta legislativa. Potra’ inoltre svolgere indagini ed ispezioni sul funzionamento della pubblica amministrazione, sull’impiego dei fondi comunitari e su tutte le politiche pubbliche.”

Il futuro Senato delle Autonomie sarà composto da 100 senatori, eletti nel numero di 95 dai consigli regionali. Cinque saranno nominati dal capo dello Stato per meriti nel campo sociale economico artistico e scientifico e saranno in carica 7 anni. “I senatori veneti passeranno da 24 a 7 (sei consiglieri regionali ed un sindaco) . Da una situazione in cui c’e’ un senatore ogni 160.000 abitanti, il rapporto senatore/abitanti sara’ di 1 a 700.000. I senatori non saranno retribuiti e rappresenteranno la regione Veneto a Roma. Importante anche l’elezione a senatore di un sindaco veneto, che probabilmente sarà eletto tra i sindaci dei comuni capoluogo: Manildo, Tosi, Massaro, Bitonci, Variati e i futuri sindaci di Rovigo e Venezia.”

“In Senato sono stati depositati migliaia di emendamenti, – spiega Santini – anche se solo sessanta provengono dal Partito Democratico. Alcune forze politiche stanno provando a realizzare l’ ostruzionismo. Non lo temiamo, siamo convinti che la forza del cambiamento prevarra’ e che sarà presto raggiunta un’intesa per convergere su alcuni emendamenti condivisi. Il testo ottenuto dal lavoro della Prima Commissione del Senato grazie ai due relatori Finocchiaro e Calderoli, e’ un buon testo e rappresenta un miglioramento rispetto a quello del Governo. Ci sono ancora alcune partite aperte e di cruciale importanza per il Veneto – afferma il senatore – come quella dell’autonomia regionale differenziata e responsabile. Il mese scorso con la presentazione di un emendamento di cui sono stato primo firmatario e che e’ stato sostenuto anche dai senatori veneti della maggioranza abbiamo ottenuto una prima vittoria: l’articolo 116 e’ stato ripristinato. Ora stiamo portando avanti in Aula una battaglia per l’autonomia regionale e differenziata che consenta a quelle regioni che presentano conti in ordine, adozione di costi standard e servizi erogati sulla base dei livelli essenziali di prestazione, la possibilità di gestire in maniera autonoma e responsabile (sulla base di un accordo con lo Stato) anche materie di competenza statale tra cui l’ armonizzazione fiscale, la giustizia di pace, la tutela e sicurezza del lavoro, l’istruzione e l’ordinamento scolastico ed universitario, la ricerca scientifica, la previdenza complementare ed integrativa, i beni culturali, il turismo, lo sport, il commercio estero, il governo del territorio e la protezione civile. E’ importante che tutte le forze politiche del Veneto di maggioranza ed opposizione condividano questa battaglia di autonomia responsabile. E’ in gioco il futuro del nostro territorio e potremmo davvero raggiungere un risultato storico che nessun referendum indipendentista , privo di fondamenti costituzionali e giuridici, potra’ mai assicurare ai veneti.”