È cosa buona e ingiusta. Lo scrive il professore di economia Paolo Gubitta. L’indecorosa retribuzione, secondo il docente padovano in “prestito” all’università di Tel Aviv, è quella dei #consiglieriregionali del Veneto. Serve uno scatto di #dignità – scrive Gubitta su facebook. Qui di seguito lo “sfogo” del docente su facebook e l’incipit dell’articolo a cui si riferisce, tratto dal Corriere del Veneto.
Questi sono stipendi da “autentici best performer”: qual è la ratio che spiega l’entità di livelli retributivi simili?
Vorrei uno scatto di dignità soprattutto tra i consiglieri miei coetanei (tra 40 e 50 anni; sia quelli in carica sia quelli “nominati” e catapultati a Roma con le ultime elezioni politiche).
Facciamo un incontro, sediamoci attorno a un tavolo e venite a spiegare le logiche sottese ai vostri stipendi (che non sono chiare a chi se ne intende almeno un po’ di politiche retributive).
Sarebbe un bel segno di cambiamento nel rapporto con gli elettori. Solo gli sciocchi pensano che i politici debbano avere stipendi bassi!
Le persone intelligenti (e in giro ce ne sono tantissime) sono invece per stipendi che abbiano una ratio: nel vostro caso, la ratio non è self-evident
Giù l’ultimo velo: ai consiglieri 8.500 euro netti – titola il Corriere del Veneto –
Guadagnano il doppio del sindaco di una grande città e più di un manager privato
Ottomilaeuroespicci . Tanto guadagna in un mese un consigliere regionale. E stiamo parlando di soldi «netti», rispetto ai quali nessuno, dal Fisco a Palazzo Ferro Fini, può più pretendere alcunché (resta solo il partito, che quasi sempre invoca un adeguato contributo dal militante riconoscente, ma in quel caso l’importo varia da destra a sinistra e comunque non grava sui consiglieri free agent del misto e dei «monogruppi»).
La cifra, certo da capogiro, si sussurrava da tempo dentro e fuori il Palazzo ma non si era mai saputa con precisione perché i percettori tendono (comprensibilmente) a sfuggire l’argomento e perché gli uffici si sono sempre arroccati dietro a un sudoku degno di Eulero, tra lordo, netto, indennità di carica e di funzione, trattenute, contributi, rimborsi e diarie. Ora, invece, è tutto online, nero su bianco, preciso-preciso. A volere la pubblicazione delle buste paga nella sezione «Trasparenza» del sito del consiglio è stato il presidente dell’assemblea Valdo Ruffato, che già si era distinto il mese scorso per un’analoga disclosure sui vitalizi e sugli assegni di reversibilità pagati ogni mese agli ex. «Penso sia una questione di correttezza nel rapporto tra eletti ed elettori – spiega Ruffato -. E’ giusto che i cittadini sappiano quanto siamo pagati per fare quel che facciamo. Sul sito, nella pagina dedicata, sono disponibili le informazioni utili a soddisfare ormai qualunque curiosità: gli stipendi, gli stati patrimoniali, le dichiarazioni dei redditi e gli incarichi pubblici e privati di tutti i consiglieri, i vitalizi, gli assegni di reversibilità, le consulenze e le collaborazioni. Ogni singolo euro si sa dove va a finire e perché».
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