Continua l’avanzata delle imprese cinesi a Padova

 

altNegli ultimi dodici mesi incremento del 5,4% nel territorio della provincia delle aziende guidate da titolari cinesi, salite a 2.083. Un dato in forte controtendenza: nello stesso periodo il totale degli imprenditori presenti a Padova è sceso dell’1,9%. Carlo Valerio, presidente di Confapi: «Ora lavoriamo sul rispetto delle regole per arrivare all’integrazione». L’Associazione sta studiando una carta etica da sottoporre agli imprenditori del Centro Ingrosso Cina.
«Ora lavoriamo per l’integrazione, ma nel rigoroso rispetto delle regole, che deve essere garantito e condiviso da tutti. I numeri dell’imprenditoria cinese a Padova sono tali che non possono essere ignorati. In questo senso, l’integrazione è l’unica strada da seguire e le Associazioni di categoria possono essere utili per una crescita sana e regolare dell’imprenditoria straniera all’interno del tessuto economico e produttivo locale. Occorre però che gli imprenditori cinesi rispettino non solo la legalità ma anche i valori che da sempre animano l’imprenditoria veneta». E’ il commento di Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova, di fronte ai dati elaborati da Fabbrica Padova, centro studi dell’Associazione, relativi alle dimensioni dell’imprenditoria cinese nel territorio della provincia.
Un numero balza subito agli occhi nello studio elaborato a partire dai dati Infocamere e Istat: i cinesi che guidano un’azienda nel territorio della provincia nel 2014 hanno superato il tetto dei duemila. Per l’esattezza, al 30 giugno scorso, erano 2.083, con un incremento del 5,4% rispetto ai 1.976 di un anno prima. Una crescita in netta controtendenza rispetto al drammatico risultato relativo al totale degli imprenditori del Padovano che, negli ultimi dodici mesi, sono diminuiti dell’1,9% passando dai 144.824 del 2013 ai 142.110 del 30 giugno 2014.

Altrettanto significativo osservare come l’aumento del numero degli imprenditori cinesi sia distribuito attraverso i vari settori: in quello manifatturiero gli immigrati della nazione asiatica che guidano un’attività sono saliti da 703 a 719; nel commercio (comprendendo sia l’ingrosso che il dettaglio) sono passati da 521 a 552 mentre nel settore alloggio e ristorazione si va dai 550 del 2013 ai 565 del 2014. Una tendenza che non conosce soste, come testimonia anche la successione delle serie storiche: nel 2009 i cinesi che guidavano un’attività in provincia erano 1.391, nel 2010 1.495, nel 2011 hanno raggiunto quota 1.696, nel 2012 le 1.836 presenze, salite a 1.976 del 2013 e a 2.083 ora. In sei anni un incremento di 692 persone, pari al 49,7%.

Un altro raffronto dà forza a quanto sin qui sottolineato: nel complesso gli imprenditori della provincia sono 142.110 persone su un totale di circa 850 mila abitanti, vale a dire il 16,7% della popolazione. I 2.083 imprenditori cinesi costituiscono invece il 33% dei circa 6.000 residenti della comunità in provincia. «Ovviamente va considerato come molti degli immigrati siano qui per ragioni di lavoro e dunque come la percentuale di chi gestisce un’attività in proprio sia forzatamente alta rispetto al resto della popolazione. Ma anche questo dato testimonia la fortissima vocazione imprenditoriale dei migranti cinesi, che si sono sempre contraddistinti per una forte propensione alle attività di business e che possono e devono essere una risorsa anche per il nostro territorio: lo stesso Centro Ingrosso Cina ha permesso di mantenere viva un’area che altrimenti sarebbe stata forse abbandonata a se stessa» prosegue Valerio nella sua analisi. «In quest’ottica, è allo studio dell’Associazione una carta etica che sottoporremo agli imprenditori del CIC, a cui chiederemo di impegnarsi a fare propri i valori che sono imprescindibili per un’effettiva integrazione nel tessuto economico e sociale veneto».