Tfr in busta paga: Di Stasio (Artigianfidi) boccia la manovra di Renzi “Robe da boy scout”

 

alt“Il Tfr in busta paga? Una soluzione da boy scout!” Che non stia raccogliendo consensi è cosa risaputa, ma che l’idea del premier di aumentare la consistenza delle buste paga dei dipendenti mettendogli in tasca un centinaio di euro sottratti alla liquidazione fosse bollata come l’esercizio di un esploratore adolescente, questo forse ancora, a Matteo Renzi, mancava.
A ricordargli che i soldi dei lavoratori sono cosa seria e non oggetto di trovate estemporanee ci ha pensato il direttore di Artigianfidi Padova e presidente dell’Upi, l’Unione Provinciale Imprese, Fabio Di Stasio.
“Giudico l’uscita di Renzi – attacca Di Stasio – improvvida e anche un tantino offensiva dell’intelligenza dei cittadini. Ma dico: come si fa a proporre di mettere in busta paga ciò che da sempre è considerato da un lato un prezioso accantonamento da parte delle imprese e, dall’altro, la buonuscita, non faraonica come quella di Luca di Montezemolo, ma comunque significativa di chi, dopo una vita di lavoro, ha il legittimo diritto di sentirsi in qualche modo garantito in vista della vecchiaia?”
Evidentemente Renzi non bazzica nè le imprese nè i lavoratori, altrimenti si sarebbe accorto dei danni che, in un colpo solo, causerebbe la sua proposta.
“Il sospetto – continua Di Stasio – è che il premier si stia specializzando, dopo essere diventato un esperto in fatto di annunci, anche di gioco delle tre carte. Mettendo in busta paga il Tfr, infatti, spera di convincere i lavoratori che gli ha dato più soldi quando invece sono soldi loro che non vedranno più in futuro ma che, se sono previdenti, sistemeranno in banca favorendo il sistema creditizio sempre a caccia di denaro fresco. Furbescamente però non preleva i denari dall’Inps e, al contrario di quello che faranno gli imprenditori, non sgancerà un centesimo per i suoi dipendenti (gli statali) che non rientrano nel progetto determinando, di fatto, una disparità poco edificante. Se poi consideriamo che Renzi ha tutto l’interesse a tassare questi proventi, direi che il cerchio è completato ed il giudizio stabilito: siamo in presenza di una colossale fregatura, esattamente quella che vi propinano se siete così malaccorti da fermarvi, in autostrada, al banchetto di chi fa, per l’appunto, il gioco delle tre carte”.
Insomma, alzo zero.
“Voglio sperare – conclude Di Stasio – che nessuno si presti ad un gioco così stupidamente malefico che forse, sotto sotto, ha un ancor più subdolo obiettivo: quello di fingere di dare più soldi alla gente perchè questa corra a pagare più tasse”.