È per me incredibile sentir dire dal segretario del PD, partito che si fonda sugli ideali della sinistra e della tradizione cattolica democratica, che gli imprenditori hanno il diritto di licenziare: “Un’azienda è libera di licenziare un suo dipendente, ma lo Stato se ne farà carico”. Trovo questa posizione aberrante, estranea non solo alla cultura della sinistra ma anche a quella della tradizione democratica, non credo di averla mai sentita dire, con questa tracotanza, da Squinzi e neppure da Berlusconi. Il lavoratore in un’azienda è la parte più debole e grazie ad alcune garanzie di legge può difendere la propria dignità e battersi per migliorare la propria condizione economica e per migliorare la sicurezza del proprio posto di lavoro. Gli ammortizzatori sociali che si possono attivare per difendere il lavoratore, quando un’azienda chiude o riduce il numero degli addetti, non c’entrano nulla con il fatto che un lavoratore ha una dignità che deve essere tutelata quando esprime le proprie idee e si impegna con il sindacato a crescere nella scala sociale. Nulla c’entrano in questo le ragioni sacrosante dei giovani, milioni, che sono disoccupati o che vivono in condizioni di lavoro precarie. Anche a loro va garantita la dignità che non può essere monetizzata e domando: In che modo migliorano le condizioni dei precari se si consente il licenziamento senza giusta causa dei lavoratori a tempo indeterminato? Per questo sono sempre più convinto che solo una parte terza, un giudice, può decidere sul licenziamento di un lavoratore e che il reintegro nel posto di lavoro è la risposta al licenziamento ingiusto. Pongo anche un altro problema. Come socialisti europei siamo convinti che il mercato unico si realizza se anche l’energia avrà gli stessi costi nei diversi Paesi d’Europa, se si realizzerà un mercato unico delle telecomunicazioni, se si armonizzeranno i sitemi fiscali e se si ARMONIZZERÀ IL MERCATO DEL LAVORO DEI 28 PAESI! Mi domando perché i lavoratori dipendenti italiani debbano avere minori tutele dei lavoratori di Germania, Francia, Gran Bretagna, ecc. In questi Paesi è previsto che il giudice decida sul reintegro, nei casi in cui ci sia un contrasto tra lavoratore e azienda. Perché in Italia non dobbiamo PERDERE le stesse norme, a tutela del lavoratore, che ci sono nel più grande, industrializzato e potente paese europeo, la Germania, dove l’occupazione cresce; perché dobbiamo regredire verso le situazioni in cui il lavoratore è meno tutelato? Non c’è nella nostra Costituzione il diritto al licenziamento, c’è il diritto al lavoro (art. 4) e la proprietà privata è garantita ma deve essere al servizio della collettività e non viceversa (art. 42). È interessante notare che l’economista Thomas Pichetty inizia il suo best seller “Il capitale nel XXI secolo” con questa frase: “Le distinzioni sociali non possono fondarsi che sull’utilità comune” è l’ Articolo 1 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789. Prima di questo non c’è la modernità ma il medio evo.
Flavio Zanonato
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