Come fai a spiegare Aurelio Scagnellato a chi non lo ha conosciuto? Spieghi che Lello Scagnellato ha giocato 364 partite con il Padova, che era il capitano dei Panzer di Rocco che fecero tremare persino la Juventus? I numeri possono servire a capire chi era Aurelio Scagnellato. Ma forse il paragone più che con i numeri viene bene con un altro giocatore: Alex Del Piero. Ecco. “Lello” Scagnellato è un Alex Del Piero che è rimasto a giocare a Padova invece di andare al Milan quando glielo chiese il Milan (e glielo impedì Rocco) o quando glielo chiese Rocco e glielo impedì l’amore per una città in cui ha vissuto anche quando ha smesso di giocare, continuando a lavorare per il calcio Padova. Allenava i pulcini, dava una mano in società. Poteva diventare un grande giocatore, è diventato il più grande di sempre in maglia biancoscudata. Ha scelto di essere il numero uno per sempre nella piccola patria padovana, invece di essere uno dei tanti che hanno fatto fortuna. Ed ha vinto la scommessa. Nessuno come lui dopo di lui. Forse se Del Piero fosse rimasto al Padova avrebbe potuto giocare 365 partite in biancoscudato, portare la squadra al terzo posto. E invece è andato alla Juventus e poi in Australia, ora è in India. Ha fatto i milioni di euro, pubblicizzato l’acqua che fa fare la pipì. Nel cuore dei biancoscudati non c’è paragone. Il campione è lui, “Lello” anche per chi non lo ha visto giocare. Ci si fida dei numeri, dei racconti di chi l’ha visto far tremare l’Italia all’Appiani. Oggi Marco Cunico, capitano dei Biancoscudati, ha portato un mazzo di fiori sulla tomba di Lello Scagnellato. Assieme a lui c’erano il presidente Bergamin e l’allenatore Carmine Parlato. Erano lì perchè oggi il Padova è tornato a fare il giro dei campi di città e provincia per la partitella di metà settimana con i dilettanti. Come si faceva una volta. Ed hanno iniziato dall’Arcella, a due passi dal camposanto dove riposa Aurelio Scagnellato, che proprio qualche giorno fa avrebbe compiuto 84 anni. I cardini di un Padova che prova a risorgere dopo una brutta batosta sono andati a salutarlo: il presidente, l’allenatore, il capitano. Se il Biancoscudati Padova risorgerà, lo farà ripartendo dalla propria storia per tornare grande, e forse è proprio sulla strada giusta. Assieme a Bergamin, Parlato e Cunico c’era anche Humberto Rosa (nella foto), l’ultimo dei panzer di Rocco assieme a Zanon. Era contento Humberto. Scherzava chiedendo “chissà se c’è posto anche per me da queste parti” entrando in cimitaro. Era allegro. Perchè ha capito che quelli che hanno giocato con il cuore per il Padova diventano, in qualche maniera, immortali magari no, indimenticabili anche per chi non può ricordarti, forse sì. Come Lello Scagnellato. Il capitano.
Alberto Gottardo