Ascom e Confesercenti portano la delibera Bitonci sui nuovi centri commerciali davanti al Tar

 

Alla fine Ascom Confcommercio  e Confesercenti hanno deciso: presenteranno ricorso al Tar avverso alla decisione dell’amministrazione comunale, espressa nella delibera 532 dello scorso 7 ottobre che, nel ridefinire il perimetro del centro urbano, apre, di fatto, all’insediamento di nuove grandi strutture di vendita nel territorio comunale di Padova.

Una scelta conseguente alla preoccupazione delle due organizzazioni di rappresentanza del commercio che, nella delibera, vedono la concreta possibilità che una nuova stagione di centri commerciali si apra anche per il comune capoluogo con conseguenze deleterie sul tessuto commerciale di vicinato fatto di piccoli esercizi già pesantemente penalizzati dai centri commerciali sorti, in questi anni, nei comuni limitrofi.
“In effetti – spiegano Patrizio Bertin e Nicola Rossi, rispettivamente presidente dell’Ascom Confcommercio il primo e della Confesercenti il secondo – la delibera ha ricompreso fra le aree in cui possono insediarsi attività commerciali anche la zona alle spalle del Palafabris ed un’altra ai confini con Cadoneghe oltre che a Padova ovest in zona Tencarola e a Padova sud , in via Armistizio”. 
Nei giorni successivi alla delibera, per l’area alle spalle del Palafabris, si era concretizzata la possibilità che in un’area “di almeno 11 mila metri quadrati” si potesse insediare una grande struttura che era poi stata individuata nella filiale della multinazionale Leroy Merlin, ipotesi sulla quale è andata poi a sovrapporsi l’idea del nuovo ospedale in area San Lazzaro. Uno stop che le organizzazioni del commercio hanno salutato con favore, senza però perdere di vista la questione di fondo.
“Di fronte a scelte dell’amministrazione – continuano Rossi e Bertin – che non ci hanno visti partecipi, abbiamo ritenuto di dover opporre ricorso al Tar dal momento che non ravvisiamo, nella delibera 532, lo spirito della legge regionale che regola il sistema commerciale. Nella legge approvata dal Consiglio Regionale nel dicembre 2012 e nel regolamento licenziato dalla Giunta Zaia nel giugno 2013, si dà potere ai comuni di definire il “Centro Urbano” in un’ottica di recupero di aree degradate anche, ma non solo, attraverso insediamenti commerciali. La ridefinizione estensiva operata dalla attuale giunta in merito al “Centro Urbano”, oltre che non rispettare lo spirito della norma regionale, rischia di dare il “la” all’edificazione di grandi centri commerciali che drenerebbero potenziale clientela ai negozi dei quartieri e del centro cittadino”.