667 borse lavoro, 957 voucher, 57 doti lavoro, 18 progetti di pubblica utilità e 1.125 altri progetti di inserimento lavorativo, per un totale di oltre 2.800 progetti di lavoro. Numeri importanti, frutto della stretta collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha messo a disposizione nelle due province circa 5.8 milioni di euro, la Diocesi di Padova, che ha stanziato 300.000 euro, la Camera di Commercio di Padova che è intervenuta con 150.000 euro e il Comune di Padova con 210.000 euro, a cui si è aggiunta la collaborazione della Provincia attraverso i propri Centri per l’Impiego.
Sono questi, in sintesi, i principali risultati nel padovano della terza edizione del “Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro”, iniziativa promossa dalla Fondazione Cariparo insieme alla Diocesi e agli enti locali con l’obiettivo di sostenere le famiglie del territorio in condizioni di disagio a causa della mancanza di lavoro e di favorire la riqualificazione dei disoccupati e il loro reinserimento lavorativo.
I risultati dell’attività, avviata a luglio 2013 e tutt’ora in corso, sono stati presentati lo scorso 12 dicembre al Museo Diocesano di Padova in un incontro rivolto ai volontari impegnati nella gestione delle domande di accesso al Fondo di Solidarietà alla presenza, fra gli altri, di mons. Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova, Antonio Finotti, presidente della Fondazione Cariparo, Fernando Zilio, presidente della Camera di Commercio di Padova, Alessandra Brunetti, assessore al sociale del Comune di Padova, Elisa Venturini, consigliere della Provincia di Padova.
Nell’occasione Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan, ha illustrato i primi dati di uno studio, che verrà ultimato il prossimo aprile, volto a valutare l’impatto degli interventi per i beneficiari del Fondo nelle province di Padova e Rovigo.
Dalle rilevazioni condotte tra luglio 2013 e ottobre 2014 su un campione emerge che i beneficiari sono in maggioranza uomini (55%) e di cittadinanza italiana (80%). La fascia di età maggiormente rappresentata è quella che va dai 36 ai 45 anni (26%), mentre il titolo di studio prevalente dei richiedenti è la licenza media (39%), anche se non mancano i laureati (10% del campione). La maggior parte delle persone ha fatto richiesta per poter usufruire di un voucher (50%) o di una borsa lavoro (44%). Fra i motivi che hanno spinto a richiedere aiuto spiccano il bisogno di migliorare la propria situazione economica, il desiderio di sentirsi utili e la speranza che il Fondo possa facilitare l’inserimento lavorativo.