«In occasione del Natale cala leggermente il numero dei ristoranti aperti, di pari passo con il numero dei clienti e diminuisce altresì la previsione della spesa complessiva. Colpa della pesante crisi economica – commenta Erminio Alajmo, presidente dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (APPE) di Padova – e dell’ingorgo di tasse di fine anno che drenano la capacità di spesa dei consumatori e fiaccano l’ottimismo anche di quelli che sperano nella ripresa».
I ristoratori devono però fare i conti, oltre che con la “depressione” dei consumi interni, anche con due problemi che contribuiscono a creare incertezze: l’obbligo del tappo antirabbocco sulle bottiglie di olio di oliva vergine ed extravergine (ma mancano le omologazioni ministeriali) e l’obbligo della comunicazione ai clienti degli allergeni presenti nelle varie pietanze.
«Nonostante tutto ci auguriamo – continua Alajmo – che i clienti scelgano di regalarsi un pranzo di Natale coi fiocchi, seppur all’ultimo momento, come avvalorato dal trend delle prenotazioni un po’ a rilento».
La maggioranza dei ristoranti propone, per questo importante giorno di festa, il classico menù fatto, ad esempio, di tortellini in brodo o risotti, seguiti dai bolliti con le salse (dal cren alla pearà), arrosti o spiedi di carne. Senza però disdegnare le proposte più ricercate a base di pesce. Dai menù improntati all’uso di prodotti del territorio si passa a quelli a base di ingredienti fantasiosi che richiamano alla mente altre non meno invitanti tradizioni di altri Paesi. E prendono sempre più piede le proposte “green” adatte ad un pubblico vegano e/o vegetariano.
Sul versante dei prezzi c’è da registrare che sono assolutamente in linea con quelli dell’anno scorso: gran parte degli esercenti non ha alzato di un centesimo il costo del pranzo fuori casa. Addirittura parecchi ristoranti, consapevoli che le capacità di spesa dei consumatori sono diminuite, hanno rimodulato i menù, contenendo i prezzi, senza intaccare la qualità. Sta di fatto che il “ventaglio” delle “combinazioni gastronomiche”, molte appetitose e stuzzicanti, altre gustose e raffinate, sono nel maggior numero dei casi economicamente abbordabili (27/35 euro), anche se non mancano talune di fascia “top” (70-90 euro).
Tra i ristoratori c’è chi ha effettuato sconti sulle prenotazioni in anticipo, ma c’è anche chi ha proposto prezzi dimezzati per i ragazzi entro i dieci/dodici anni, fino ad arrivare alla gratuità se il piccolo ha meno di tre anni.
«Da parte nostra – conclude Alajmo – tentiamo di fare del nostro meglio per far pesare il meno possibile le tristezze del momento ai nostri clienti, cercando di far rivivere la magia del Natale».
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