Federcontribuenti nelle scorse settimane ha effettuato una serie di ricognizioni nelle principali sale slot di Padova. “Il quadro che ne esce è desolante, con una ordinanza che non abbiamo mai visto rispettare in dodici giorni di seguito di monitoraggio – spiega Marco Paccagnella – ora vedo il sindaco stracciarsi le vesti su facebook per il pronunciamento del Tar. Ma va detta chiaramente una cosa: la sospensiva del Tar di fatto era già stata anticipata dalle sale che se ne fregavano di prendere 500 euro di multa quando un cliente 500 euro li brucia nel giro di meno di un’ora davanti a slot che vengono fatte funzionare anche due o tre alla volta in parallelo dallo stesso malato di gioco”. Clicca qui per vedere uno dei video realizzati da Federcontribuenti che dimostrano l’inefficacia sostanziale della cosiddetta ordinanza anti slot
L’associazione presieduta a livello nazionale da Marco Paccagnella ha sempre denunciato un ulteriore fenomeno, grave quanto la ludopatia. “Esistono sale slot, ed è bene che venissero fatti controlli mirati in questo senso anche a Padova – spiega Paccagnella – che negli orari di “teorica chiusura” rimangono aperte su richiesta, ovvero bussando e suonando il campanello. Se il “guardiano” alla porta conosce il cliente, lo fa entrare e questi gioca tranquillamente. Il fatto è che essendo teoricamente chiusa la sala, il gestore ha la possibilità di distaccare la macchina dal circuito Aams e intascarsi l’intero introito della macchinetta mangiasoldi. Siamo di fronte ad evasioni di milioni di euro ogni giorno in Italia con questo sistema”.
Gli unici controlli di cui abbiamo contezza sono un controllo congiunto fatto dalla polizia municipale in piazzale Santa Croce assieme con la polizia di stato e di una doppia operazione della Guardia di finanza alla sala slot doppia del Bingo di San Carlo, luogo da sempre problematico in termini di episodi criminosi avvenuti nelle immediate vicinanze della enorme sala. E proprio sul Bingo di San Carlo Paccagnella accende un riflettore interrogando direttamente il sindaco. “Ritiene opportuno il primo cittadino che ha fatto della legalità una bandiera – affonda Paccagnella – che a controllare attraverso la presidenza della commissione sicurezza quanto di losco avviene in città sia Riccardo Russo, magari solo un incredibile caso di omonimia tra il consigliere comunale eletto nella civica di Massimo Bitonci e il figlio della direttrice di sala del Bingo Donatella Finocchi, che proprio in quella sala che è stata sanzionata per violazione dell’ordinanza del sindaco, lavora da anni? Nel caso il fatto non sia una coincidenza onomastica, ma si appuri che presidente della commissione sicurezza e dipendente della sorgente di potenziale insicurezza convivano sotto lo stesso tetto a livello familiare, è ritenuto tollerabile e politicamente accettabile?”.
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