L’Ira funesta di Massimo Bitonci: promozione indotta o prove di ricongiungimento familiare?

 

Tante vicende ha vissuto l’Ira nei suoi quasi duecento anni di storia. Ma che venisse strumentalizzato l’istituto di riposo per anziani dal sindaco in carica per insinuare chissà quali nefandezze e strumentalizzazioni verso l’amministrazione precedente, credo sia una vicenda inaudita.
L’assessore Grigoletto tuonava l’altro giorno “buco da nove milioni di euro”. Rispondeva allo squillo di tromba il sindaco Bitonci “La Regione commissari l’ente”. Dalla Regione l’assessore al sociale chiarisce: “bufale”.
Conosco Stefano Bellon, medico stimato da molti a Padova, tra i fondatori della Città della Speranza ed attuale presidente dell’Ira. Saprà fare bene il suo servizio alla comunità nonostante gli sgambetti di chi immagina Padova come una città medievale in cui possono esserci due fazioni che si combattono su tutto, anche su pannoloni e cateteri dei più anziani. Esistono invece, a mio modo di vedere, delle funzioni della città che non sono ascrivibili alla politica intesa come “gioco” degli schieramenti. Ma evidentemente non tutti la pensano così ed allora dopo aver distrutto la fragilissima costruzione urbanistica e amministrativa del nuovo ospedale, e dopo aver fatto perdere letteralmente, il tram dalla stazione allo stadio, (già finanziata in legge finanziaria). Dopo aver fatto passare il concetto che la politica possa discriminare i bambini con una restrizione, per fortuna senza esiti pratici, sugli asili, ora le mire di Massimo Bitonci si spostano sull’Ira, l’istituto di riposo per anziani. Insinuando che Stefano Bellon stia facendo male (sarebbe la prima volta nella sua lunga attività pubblica, e che sia stato messo lì a causa di un peccato originale: quello di essere amico di Flavio Zanonato. A Padova, caro ex sindaco di Cittadella, certo le amicizie sono magari importanti, a parità di capacità, danno un quid di fiducia e di affidabilità, valori fondamentali, fatto salvo, bene inteso, il merito. Certo che poi certe insinuazioni vengano da chi ha visto diventare direttrice della locale casa di riposo la prorpia moglie (clicca per aprire l’articolo sulla vicenda dell’agosto di quattro anni fa), è quantomeno bizzarro. Che si celi dietro alla bufala, come l’ha definita l’assessore regionale, un tentativo di ricongiungimento familiare, replicando lo schema di Cittadella? Probabilmente no, certo è pacifico che se l’Ira venisse commissariato e (ragioniamo per assurdo, per carità) le coincidenze della vita portassero a nominare commissario l’attuale direttore della casa di riposo di Cittadella, sempre a insaputa del sindaco e per puro arcano del destino, per la di lui moglie scatterebbe un bell’avanzamento di carriera …

Alberto Gottardo