Solo chiacchiere e nemmeno il distintivo, verrebbe da dire leggendo un interessante articolo sul Corriere del Veneto di oggi che smaschera la nomea dello “sceriffo” Maurizio Saia, che già ha dovuto digerire il fatto che sia stato nominato l’ex comandante dei vigili urbani di Cittadella ed ora anche il fatto che, sottilmente, la Procura, se non del bugiardo, gli dà del fanfarone. Non luogo a procedere secondo la Procura perchè Saia oltre a spararla grossa sulla sicurezza a Padova poco altro ha fatto come per altro testimoniato anche da questa piccola video-inchiesta condotta dal consigliere comunale Jacopo Silva (clicca qui per aprire il link)
“A far riflettere sono infatti le motivazioni per le quali la procura ha chiesto l’archiviazione: le indagini affidate alla Digos hanno dimostrato che, nonostante l’annuncio sbandierato ai giornalisti, nessun ordine relativo al controllo delle persone è mai stato impartito dal Comune alla polizia municipale. L’istigazione «teorica» a trattenere illegittimamente i mendicanti, non si è trasformata in alcun atto concreto che spingesse i vigili urbani a commettere il reato. Nient’altro che parole, quindi” scrive il Corriere del Veneto. Clicca qui per leggere l’intero articolo
Rimane quindi solo una ipotesi: l’assessore scherza quando fa la faccia feroce. Recita una parte. Ben retribuita dalle casse del Comune. Se non fosse per questo ultimo piccolo dettaglio, ci sarebbe quasi da sorridere e da compatirne la tensione tutta teorica ad una sicurezza immaginata e teorizzata. Prometteva, Maurizio Saia in campagna elettorale “Rendo Padova sicura in 100 giorni o me ne vado”. Di giorni ne sono passati quasi il triplo. Saia non se ne è andato e pare non sia nemmeno intenzionato a farlo. Dopo questa bacchettata da parte della Procura si vergogna almeno un po’?
Alberto Gottardo