L’imposta, intesa come tassa di soggiorno, è mobile come la famosa piuma al vento di operistica memoria. Dai dati pubblicati di recente dall’osservatorio di Federalberghi, su un campione di 12 città capoluogo dall’appeal turistico paragonabile a Padova, alla città del Santo è riservata la tariffa più alta (3 euro nei 4 stelle), mentre per realtà limitrofe quali Verona e Vicenza è notevolmente più bassa (2 euro nei 4 stelle) e una prossima new entry come l’Unione dei Comuni del Camposampierese prevede addirittura una tariffa di 50 centesimi fino al valore di 100 euro per stanza.
Tassa che poi ha un andamento simile a quello dei fiumi carsici: inghiottita da alcuni confini territoriali rispunta qualche chilometro più in là, con un effetto simile a quello delle trombe d’aria, che devastano in modo asimmetrico i territori su cui si scatenano.
Eppure qualche speranza la nutre Monica Soranzo, presidente di Padova Hotels, la sigla di Ascom Confcommercio che rappresenta l’hotellerie padovana, galassia di realtà eterogenee con anime diverse, rappresentate dalle piccole e medie strutture a gestione familiare e dagli hotel delle grandi catene nazionali ed internazionali.
“Da poco abbiamo potuto avere un interessante confronto in Ascom con l’assessore Grigoletto del Comune di Padova – afferma Monica Soranzo – che ha lasciato intravvedere una buona disponibilità da parte dell’amministrazione attuale a rivedere la tariffa della tassa di soggiorno, e già questo sarebbe un segnale fortissimo per la categoria tutta. Disponibilità che abbiamo tradotto in una lettera che abbiamo inviato allo stesso assessore ai tributi e al suo collega Rodeghiero, competente per il comparto turistico”.
“Abbiamo anche voluto tastare il polso dei nostri colleghi padovani con un breve sondaggio, per capire l’aria che tira. Sono emersi dati che fanno riflettere – continua Soranzo – anche per la dicotomia rilevata tra chi intravvede qualche lieve segnale positivo nell’andamento delle presenze per i primi mesi dell’anno e chi invece sta prendendo atto di un drastico calo nelle prenotazioni”.
Il dato che emerge prepotente e corale comunque è che, mentre le statistiche regionali attribuiscono a Padova un incremento nelle presenze turistiche in città, la redditività è in netto calo, determinata dall’erosione delle tariffe, in caduta libera sia per la politica commerciale “aggressiva” di alcune grandi strutture, sia per la concorrenza fortissima delle strutture ricettive complementari, come i bed&breakfast, gli appartamenti e via dicendo, che possono andare al ribasso forti di una gestione fiscale e aziendale completamente differente.
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