Si sa: l’esperienza conta. E a loro, forse, è mancata solo quella per trasformare una prova eccezionale in un risultato straordinario. Che, a ben guardare, lo è comunque: dodicesima piazza assoluta e prima del Veneto per la squadra del I Istituto Comprensivo “F. Petrarca” di Padova, sede Giotto, su 50 compagini provenienti da ogni parte d’Italia per partecipare alla finale nazionale del Kangourou di Matematica riservato agli studenti delle tre classi medie inferiori, svoltosi a Cervia e dove, in una due giorni dalle emozioni intense (e dai pomeriggi di grande divertimento spesi sulle attrazioni di Mirabilandia dove i “nostri” hanno dimostrato altrettanto interesse), è andata in scena la meglio gioventù scientifica.
Accompagnati dalla professoressa Paola Piva (che ne aveva curato la preparazione accogliendo l’invito della collega Rosa Chiara dell’Associazione Geopiano promotrice delle gare a squadre provinciali insieme al prof. Stelvio Andreatta del liceo “Caro” di Cittadella e li aveva assistiti nel corso della durissima selezione assieme alle colleghe Silvana Bonavoglia, Camilla Darì e Adriana Meriano e al “preparatore” Amedeo Sgueglia, uno studente universitario particolarmente votato alla matematica) i “magnifici 7” padovani hanno dovuto dapprima affrontare la semifinale e poi, una volta che questa era stata brillantemente superata staccando il biglietto per la finale del giorno successivo a 25 (notizia comunicata in tempo reale alla dirigente dottoressa Lucia Marcuzzo che seguiva con comprensibile coinvolgimento la performance dei propri ragazzi), confrontarsi per la prima volta con scuole che al Kangourou nazionale partecipano da qualche stagione.
In quel frangente strategie, legittime furbizie e, per l’appunto, maggiore esperienza hanno fatto sì che per Luca Zerbetto e Francesco Zilio Grandi della 1^ D; Sara Guarnieri e Paolo Pinton della 2^ B; Leonardo Seydel della 2^ A; Stefano Sorace della 3^ A ed Elisabetta Cherubini della 3^ C, la gara sia stata un’altalena di balzi in su e in giù della classifica che il tabellone elettronico posto nella hall dell’albergo che ospitava la gara, documentava esercizio dopo esercizio con sottile perfidia, minacciando le coronarie dei professori-accompagnatori.
Ragazzi padovani magari poco esperti, ma certamente non privi di coraggio visto che, in chiusura di gara, hanno calcolato rapidamente che un esercizio che nessuno dei finalisti sarebbe poi riuscito a risolvere, li avrebbe portati, se azzeccato, direttamente sul podio. Non è andata, ma l’adrenalina che hanno messo in circolo a chi ne seguiva la prova è equivalsa a quella che li ha visti sfrecciare sull’I-Speed a 120 km all’ora o “annegarsi” sotto la cascata del Niagara, due delle attrazioni “cult” di Mirabilandia dove anche i “secchioni matematici” di tutta Italia sono tornati ad essere semplicemente ragazzi.
- Biancoscudati Padova a Castiglione un mezzo suicidio: finisce 1 a 1 la prima gara della poule scudetto di serie D
- Sociale: la Regione si è sempre girata dall’altra parte