“La vera cordata la facciamo noi: per salvare la Banca popolare di Vicenza basta che chi ha fatto favori agli amici degli amici restituisca il maltolto”. Non usa perifrasi nè linguaggo da salotto dell’alta finanza il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella annunciando il deposito di un esposto/denuncia alla procura della Repubblica di Vicenza e dando inizio a quella che potrebbe essere “la più colossale class action della storia veneta”. Sono infatti più di duecentomila i potenziali risparmiatori azionisti della Banca popolare di Vicenza che Federcontribuenti si accinge a rappresentare in giudizio con una causa collettiva.
“I soci che hanno investito i loro risparmi nella prospettiva di ricevere un vantaggio in termini di accesso alle diverse tipologie di credito – scrive Marco Paccagnella nel dettagliato esposto di sette pagine -, a seguito dell’approvazione della riduzione del valore delle azioni da parte delle assemblee dei soci di BPVI e di Veneto Banca, hanno subito una riduzione del capitale investito e dei loro risparmi.
Pertanto, viste le condotte poste in essere dalle Banche menzionate, si ritiene che le loro azioni potrebbero configurare i reati di estorsione ex art. 629 c.p. e di truffa ex art. 640 c.p., in quanto le Banche hanno imposto la conclusione di contratti di acquisto delle loro azioni incidendo sulla volontà negoziale stessa degli acquirenti”.
Il Presidente di Federcontribuenti punta il dito, oltre a ciò che è successo anche a un presente in cui le ombre persistono.
“Siamo alla vicenda surreale di un indagato per reati finanziari connessi alla scellerata condotta dei vertici di BPVI che si propone quale guida della cordata che dovrebbe, con un incestuoso matrimonio finanziario con Popolare di Verona, salvare la banca vicentina – spiega Paccagnella – mi riferisco al presidente degli industriali di Vicenza Giuseppe Zigliotto, che non ritiene nemmeno di dimettersi dalle cariche che, secondo l’ipotesi accusatoria, gli avrebbero permesso di commettere i reati per cui è sotto indagine. Anzi, Zigliotto si propone alla guida di una presunta cordata di imprenditori volenterosi che salverebbe la banca. Volenterosi di poltrone, potere ed ulteriori favori. Siamo stanchi. Chiediamo all’autorità giudiziaria se sia possibile adottare dei provvedimenti che mettano al sicuro gli azionisti di BPVI dalla sete inestinguibile di codesti personaggi. Non vorremmo che dopo aver spolpato la banca, i soliti noti, Zigliotto e compagni di merende finanziarie, usassero le ossa per fare un brodo di tortellini veronesi”.
Presente alla conferenza stampa anche il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Jacopo Berti, che sul suo profilo facebook scrive: “I pirati in giacca e cravatta della Banca popolare di Vicenza dopo aver bruciato i risparmi dei cittadini, ora fanno vittime anche fra i loro dipendenti: 600 posti di lavoro andranno in fumo e almeno 150 sportelli verranno chiusi da qui al 2020.
Siamo stati primi a denunciare lo schifo di BpVi che sembra non aver fine. Andiamo avanti al fianco dei cittadini e contro i poteri forti dell’economia!”.
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