Dov’è finita l’eccellenza? Al settimo posto in Italia, metà classifica, tra Marche e Basilicata. E’ il destino della sanità veneta guardata sotto la lente oggettiva dei numeri diffusi dal ministero della sanità Clicca qui per leggere l’articolo
Nonostante da quasi dieci anni Galan prima e poi il suo successore Luca Zaia dicano ad ogni intervista che “la sanità veneta è la migliore d’Italia”, così non parrebbe. Anzi. Qui di seguito riportiamo il comunicato, alquanto ironico, diffuso dal gruppo del Movimento 5 Stelle in Regione.
Sono passati 30 anni dal primo trapianto di cuore in Italia. L’operazione fu eseguita dal cardiochirurgo Vincenzo Gallucci, che trapiantò nel petto di Ilario Lazzari il cuore di un giovane morto in un incidente stradale. Era il 14 novembre 1985 e la sanità veneta raggiungeva uno dei suoi punti più alti.
Ora le cose sono decisamente cambiate.
“Da cittadino padovano e da Vicepresidente della Commissione Sanità sono amareggiato – si rammarica Jacopo Berti, capogruppo delMovimento 5 Stelle in consiglio regionale – proprio in questi giorni ricorre il trentennale del primo trapianto di cuore in Italia, che venne effettuato all’ospedale di Padova”.
“Ed oggi, come stanno riducendo la sanità veneta e padovana? – chiede l’esponente del Movimento 5 Stelle – Fra trent’anni cosa festeggeremo, al posto di un altro passo da gigante della medicina? Se la maggioranza continua così, fra trent’anni celebreremo il ‘funerale’ della sanità veneta. Lo stanno organizzando proprio in questi giorni”.
“Si è perso di vista l’obiettivo della sanità pubblica – conclude Berti – che è quello di curare i cittadini, i quali ci stanno dicendo attraverso i loro portavoce – sindaci e associazioni – che ‘questa’ Azienda Zero non si deve fare”.