Per chi non riesce a dormire stanotte. Per chi quegli spari se li è sentiti vicini al cuore anche se non ne ha udito lo scoppio. Per chi crede che occorre dare una risposta all’odio che non sia altro odio. Per chi crede che occorra tutta la risolutezza possibile contro i terroristi. Per chi crede però anche che trattare tutti come terroristi sarebbe la vittoria del terrorismo. Per tutti i padovani che credono che è successo a Parigi, ma riguarda anche noi c’è un appuntamento: a mezzogiorno ci troveremo al memorial che Padova ospita alle porte Contarine. Lì c’è una trave del World Trade Center. Lì a terra appoggeremo, come avvenuto a gennaio quando venne colpita una intera redazione, di Charlie Hebdo. Allora ci trovammo in una ventina tra giornalisti e cittadini (la foto è di quella mattina). Mi piacerebbe che fossimo molti di più a mezzogiorno. Mi piacerebbe che venisse qualche musicista, a suonare la Marsigliese, e magari il nostro inno, quello dei cittadini europei, quello composto da Beethoven e dedicato alla gioia. Mi piacerebbe che qualcuno portasse un fiore, che un poeta ci spiegasse con una frase che non so scrivere, che è possibile sconfiggere l’odio, non farsi travolgere dalla paura, evitare di rispondere alla bestialità con la bestialità. Non so se ci sarà qualcuno capace di spiegarci come reagire. Io l’unica cosa che farò domani sarà essere lì. Rimanere in silenzio e dire una preghiera. Decine di persone poche ore fa sono uscite di casa, come ho fatto anch’io stasera. Sono state uccise mentre erano a cena. La loro famiglia non li rivedrà più. Io mi sento fortunato. Perchè non è toccato a me neanche stavolta. Sono tornato a casa ed ho parlato con mia moglie che mi domanda “perchè?”. Ed io ho trovato una unica risposta: “E’ l’odio”. Ecco, mi sento un po’ meno schiacciato da questo macigno che ha sfiorato la nostra umanità, io non provo odio per i terroristi. Per quelle persone bisogna trovare un castigo, una punizione per i mandanti che probabilmente deve essere la cancellazione della loro memoria. Sconfiggerli significherà probabilmente cacciare indietro pensieri stupidi, scorciatoie che richiamano a facili quanto sbagliate generalizzazioni. La Regina Elisabetta, all’indomani dagli attacchi contro Londra da parte dei terroristi, ebbe a dire parole che ritengo attuali e assolutamente condivisibili: «non cambieremo il nostro stile di vita» ed ha voluto significativamente aggiungere: «Atrocità come queste non avranno altro risultato se non quello di rafforzare il nostro senso della comunità, la nostra umanità, la nostra fiducia nello stato di diritto».
Ecco, secondo me essere comunità, essere padovani, essere umani domani vuol dire anche trovare cinque minuti per andare a rendere omaggio ai morti di queste ore. Con un fiore, in silenzio.
Alberto Gottardo