In questi giorni sui media locali si sente spesso parlare delle nuove opere che l”amministrazione Civica si accinge a varare.
L’elenco può indurre ad un turbinio d’estasi per i cittadini padovani e per il loro instancabile Sindaco Bitonci che emulo di personaggi della nostra storia patria intende rimanere con ciò nelle pagine future del Nobile Almanacco Patavino .
E così Bitonci che continua ad annunciare opere per la bella Padova (vedremo alla fine quante ne realizzerà) forse intende emulare l’Imperatore Romano Tito Flavius Vespasiano (68-69 D.C.) che si rese autore di numerose ed importanti opere in campo urbanistico ancora oggi esempio di grandezza ed ingegno.
E così via con la grande rotonda in fase di completamento al Biri , via con la prima pietra ( questa solo simbolica fin ‘ora) del nuovo Centro Congressi, via con i nuovi lavori di risistemazione del glorioso Velodromo Monti , via con l’annuncio del nuovo ospedale, prima vecchio su nuovo, poi in Via Corrado , oggi a Padova Est in zona San Lazzaro , che ora si scopre dovrà essere preceduto da una variante al PATI , suggerendo a Zaia di avocarla alla Regione onde scavalcare il parere dei numerosi comuni della cintura che dovrebbero su ciò pronunciarsi.
E via col nuovo stadio al Plebiscito , per un costo di ben tre milioni di euro , non come si sarebbe invece auspicato da molti nell’ambito di quella che sarebbe dovuta diventare la nuova cittadella dello sport di Padova a Montà.
Poco importa se l’attuale gestore del Plebiscito nulla sapesse al riguardo o se i flussi di traffico faranno capitolare quel delicato e nevralgico nodo viario asfissiando tutto il quartiere interessato e le mamme che ogni giorno accompagnano i figli alle piscine del plebiscito.
E poco importa ancora se l’attuale società del calcio padova intenda invece realizzare al vecchio stadio euganeo una nuova e più moderna struttura contornata da servizi e nuovi insediamenti commerciali.
Si dirà che importante è fare , innovare, realizzare e non privilegiare lo status quo.
Giusto mi verrebbe da dire .
Il fatto è che molte di queste realizzazioni minimamente compaiono nello scarno programma elettorale che il futuro Sindaco depositò a Palazzo Moroni nei giorni antecedenti la tornata elettorale.(leggerlo per credere).
Dal che deriva caro Sindaco che tutto ciò , trattandosi di importanti opere, devono essere preventivamente e ampiamente discusse e poi approvate dal Consiglio Comunale di Padova unico organo preposto dalla normativa vigente seppure oggi ridotto a semplice votificio pro-sindaco-podestà .
Cosa che non mi risulta abbia fino ad ora fatto.
Solo allora , in totale condivisione coi cittadini di Padova , che pure lo hanno eletto con un buon consenso elettorale , si potrà gioire come comunità locale a fronte di questi auspicabili nuovi traguardi per la città ed in contemporanea poter certamente assistere al coronamento del Suo sogno : affiggere una bella targa bifacciale a futura memoria sulle nuove opere sulle orme del più famoso Dio Romano, Giano Bifronte, che nella antichità presiedeva a tutti gli “inizi” della vita economica e sociale (Nuovi Edifici , Porte di accesso , Ponti, etc..), recando con sé , quale autentico portinanarum , custode e protettore delle città il bastone e naturalmente un mazzo di chiavi.
Sebastiano Arcoraci