Un sostanziale equilibrio gestionale e ordini che arrivano anche dai grandi gruppi editoriali francesi. Trenta addetti al lavoro anche durante le festività natalizie per evadere gli ordini in tempo e un 2015 che dovrebbe chiudersi con il fatturato a due milioni e 500mila euro. E’ la situazione della Cooperativa lavoratori Zanardi illustrata questa mattina dal presidente della cooperativa che ha ripreso la produzione dopo che nel febbraio del 2014 Giorgio Zanardi, fondatore dell’azienda, si era tolto la vita all’interno dello stabilimento di via Venezuela, non reggendo più la situazione debitoria dell’azienda che in quel momento occupava un centinaio di addetti.
Trenta dei 105 lavoratori della zanardi hanno deciso di investire tutto il sussidio di disoccupazione conferendolo ad una cooperativa che inizia a dare i risultati sperati.
“Continuiamo ad essere prudenti – spiega Mario Grillo, presidente della cooperativa ed ex amministratore delegato dell’azienda – il fatturato dovrebbe attestarsi intorno ai due milioni e mezzo di euro come dagli obiettivi che ci eravamo dati all’inizio di questa nuova avventura. E possiamo essere moderatamente fiduciosi anche per il prossimo anno: sono tornati i clienti importanti della nostra realtà quali i gruppi francesi Gallimard, i primi a darci fiducia appena siamo ripartiti, ed a seguire Sejer editis, il Gruppo achette, ed ora anche gli editori minori. Tanto che abbiamo lavorato tutto il mese di agosto ed anche in questi giorni di fine anno stiamo ultimando gli ultimi lotti di produzione. C’è entusiasmo tra i soci della cooperativa e speriamo di chiudere anche una trattativa in atto con il curatore responsabile del concordato fallimentare per acquistare i macchinari della ormai ex Zanardi e trovare un accordo anche per la prosecuzione dell’attività nei capannoni di corso Venezuela”
Se la luce alla fine del tunnel per il futuro lavorativo dei 30 addetti della nuova cooperativa sembra intravedersi, rimane buio pesto invece, a quanto denuncia il presidente dell’associazione Federcontribuenti, circa la partita delle mensilità pregresse e dei trattamenti di fine rapporto della vecchia Zanardi editoriale. “Non capiamo alcune inerzie da parte del commissario che sta gestendo il concordato – spiega Paccagnella – i lavoratori hanno a più riprese richiesto di ricorrere contro le banche creditrici della vecchia società: una perizia econometrica depositata ancora nell’estate del 2014 ha dimostrato come ci siano crediti esigibili da parte della ormai defunta azienda per oltre tre milioni di euro derivanti dalla pratica dell’anatocismo, ovvero gli interessi sugli interessi calcolati dalle banche durante la precedente gestione. Altri due milioni di euro, che sarebbero sufficienti a chiudere le partite pendenti con gli ex prestatori d’opera della vecchia società, sono invece congelati in attesa di essere utilizzati per pagare, temiamo generosamente, le perizie dei molti tecnici chiamati a comporre la procedura di liquidazione e che rischiano di vedere più danari transitare sui loro conti correnti di quanti ne potranno vedere gli ex operai creditori di mensilità mai onorate e di tfr che rischiano di essere definitivamente erosi. Attendiamo inoltre gli sviluppi sul profilo penale risultanti dall’esposto depositato l’estate scorsa sui comportamenti della precedente gestione”.