Durissimo editoriale del direttore della difesa del Popolo, domenica in edicola. sul settimanale diocesano il direttore della pubblicazione, Guglielmo Frezza scrive: Ha ragione il sindaco Bitonci quando ricorda che le cucine economiche non sono un mondo a sé stante. Ma dire che «quello che succede fuori è aiutato da quello che succede dentro», che nel degrado della zona attorno alla stazione c’è una responsabilità delle cucine, che è «troppo comodo dar da mangiare e poi fregarsene di quello che succede fuori», che «ci si chiude solo all’interno di un aspetto caritatevole senza prendere coscienza di un grave problema della città», che «non c’è suor Lia che tenga su una cosa di questo tipo», significa – diciamolo con parole gentili – invertire i termini della questione. È la vita stessa delle cucine che ha ragion d’essere per quel che succede fuori, non il contrario. È la carità concreta che fa prendere coscienza dei problemi, altro che storie. Così come pensare che una dozzina di agenti con cani antidroga sguinzagliati per qualche giorno attorno alle cucine, quasi a costruire una trappola per animali, siano la migliore risposta che il comune può dare al problema, significa – diciamolo ancora con parole gentili – anteporre l’immagine alla sostanza. E la sostanza, non da oggi, è fatta dalla carne viva di una città che si sta riscoprendo fragile, che fatica a metabolizzare la sua nuova dimensione multietnica, che si è lasciata illudere dagli slogan salvo poi ritrovarsi più insicura di prima. Clicca qui per continuare a leggere l’editoriale di Guglielmo Frezza
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