Ha incontrato il favore di quasi 400 visitatori del primo fine settimana, la mostra “La bellezza del dono”, che rimarrà aperta ogni fine settimana fino al 9 maggio dal giovedì alla domenica negli spazi espositivi del museo di arte contemporanea “Dino Formaggio” in via Molare 1.
Si tratta della esposizione temporanea di opere pittoriche donate nel corso dei quasi due secoli di storia all’AltaVitaIra, ente fondato nel 1821 con lo scopo di prendersi cura delle persone più fragili della comunità padovana.
“E’ una mostra che ha lo scopo di rendere un’idea della storia quasi bicentenaria dell’ente attraverso le opere d’arte donate all’Istituto di riposo per anziani, come si chiamava all’origine l’istituzione – spiega Stefano Bellon, presidente di AltaVitaIra – anche negli ultimi anni sono molti i filantropi che aiutano in maniera sostanziosa l’ente e moltissimi, fortunatamente, i volontari che animano con attività ricreative i pomeriggi dei nostri ospiti. La bellezza del dono sta certo nelle opere che esponiamo negli spazi del museo “Dino Formaggio” ma anche nei tanti gesti di affetto e umana solidarietà di cui sono destinatari i nostri anziani, che oltre alle cure del personale dipendente possono sentire l’affetto della comunità padovana nei loro confronti”.
“Queste opere che, nonostante siano donazioni, costituiscono uno spaccato omogeneo e importante dell’arte pittorica veneta della seconda metà del secolo scorso – spiega il curatore della mostra Stefano Annibaletto – opere che sono quasi tutte frutto del lavoro di artisti che hanno esposto in quel grande contenitore e confronto di idee e stili che era il Bat – la biennale di arte triveneta che si teneva a palazzo della Ragione. Troviamo in questa mostra artisti come Antonio Fusan, Fulvio Pendini e Antonio Morato, soolo per fare alcuni nomi. Credo che il museo Dino Formaggio fosse nel nostro territorio la “casa” più naturale per una mostra di questo genere di opere”.
La mostra rimarrà aperta tutti i fine settimana dal giovedì alla domenica, con ingresso libero, grazie al contributo dell’associazione “Down Dadi”.