La crisi delle banche e il futuro dello sviluppo padovano e veneto al centro della scena. E a discuterne assieme, senza peli sulla lingua, saranno i leader delle principali Associazioni di categoria padovane, debitamente “stuzzicati” dal direttore del Mattino di Padova Paolo Possamai.
Ad organizzare la Tavola rotondadal titolo “Cosa resta del Veneto dopo la crisi delle Banche?” è la Camera di Commercio di Padova in collaborazione con l’Azienda speciale Padova Promex, che danno appuntamento a sabato 21 maggioalle ore 10,30 in Fiera Campionaria di Padova presso il Padiglione 1 Arena 4.0
Moderati dal direttore del Mattino di Padova Paolo Possamai, partecipano al dibattito Mario Ravagnan, vicepresidente di Confindustria Padova con delega al Credito; Patrizio Bertin, presidente di Ascom PadovaConfcommercio; Nicola Rossi, presidente di Confesercenti Padova; Roberto Boschetto, presidente di UPA Padova e Matteo Rettore, direttore di CNA Padova.
Sul tema al centro del talk show aperto a imprese e cittadini, interviene il presidente della Camera di Commercio di Padova Fernando Zilio, che sarà presente sabato in Fiera: “Ciò che fa più specie in questo anno zero delle banche venete è il silenzio assordante di chi avrebbe titolo e cariche per parlare, e non lo fa. Dio non voglia che non sia anche l’anno zero di un’economia che senza banche può realmente rischiare il tracollo. Ricordiamoci sempre che, da quando i fiorentini le inventarono nel Rinascimento, banche è sinonimo di sviluppo. Purché chi le guida faccia onestamente il proprio lavoro”. Parole d’effetto per far capire che senza sistema bancario sano, a parlare di sviluppo e competitività si rischia di camminare zoppi.
Proprio il presidente Zilio era intervenuto il 29 aprile scorso sulle pagine del “Mattino di Padova”, e a quel “silenzio assordante” cui accennava sono seguiti solo tre interventi da parte di volti noti dell’economia veneta: “Tutti a difendere la propria posizione, peraltro”, dice Zilio, “e questo è ancor più grave, in quanto rimarca per l’ennesima volta la scarsa propensione ad assumersi le responsabilità etiche di chi comodamente siede nei Cda delle banche di riferimento del Vicentino e del Trevigiano, e non solo”.