Azionista Banca popolare di Vicenza suicida. Federcontribuenti invita la magistratura a fare presto “Prima che disperazione diventi rabbia”

 

“Purtroppo casi come quello del pensionato Antonio Bedin è solo la punta di un iceberg enorme di disperazione e solitudine che rischia di inghiottire decine di veneti”. A dirlo il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella, commentando il caso del pensionato uccisosi nella sua abitazione anche a causa del dissesto economico personale causato dalla perdita pressochè totale di valore dei risparmi investiti in Banca popolare di Vicenza.
“Da inizio mese già sei delle oltre ottanta persone azioniste di Bpvi e Veneto Banca, che si sono rivolte alla nostra associazione hanno confessato di aver pensato, e in un caso tentato, il suicidio. Purtroppo i veneti sono fatti così: vivono il fallimento economico della propria attività o anche solo lo svanire del sogno di una vecchiaia tranquilla dopo una vita di lavoro, come un fallimento personale, dando la colpa a se stessi anzichè a chi li ha messi sul lastrico. E così c’è chi cerca di ammazzarsi, con una forma di vergogna che assomiglia al harakiri giapponese. solo che in Giappone ad ammazzarsi erano i Samurai sconfitti o i manager che avevano fallito nella loro missione, qui ad uccidersi sono i più deboli. I più forti, come Gianni Zonin, a lungo presidente della banca popolare di Vicenza e responsabile morale di questa morte, non dicono nulla, e in silenzio cercano di disfarsi sulla carta delle proprietà, continuando di fatto però a goderne, come denunciato nel corso della manifestazione del 2 giugno di fronte alla ex villa del magnate vicentino, passata di proprietà da padre e figlio, ma ancora frequentata da Zonin senior. Occorre che il governo intervenga e che soprattutto la magistratura intervenga e dia un po’ di speranza ai risparmiatori di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca. Altrimenti si rischia che un giorno, un risparmiatore, anzichè rivolgere un’arma contro di sè, decida invece di farsi giustizia da solo. Il confine tra la disperazione e la rabbia è sottilissimo, guai a sottovalutare questi segnali”.