“Domani mattina è prevista una manifestazione della Fiom – Cgil. Il corteo dei manifestanti partirà da piazzale Stazione, attraverserà piazza dei Signori, fino a raggiungere la Prefettura. Creerà quindi grandi disagi ai nostri commercianti, agli ambulanti e a tutti i cittadini”. Comincia così un comunicato del sindaco di Padova Massimo Bitonci che non è piaciuto ai sindacalisti della CGIL che attraverso la Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, ha convocato per domani, mercoledì 20 luglio, una manifestazione che di fatto taglierà in due la città.
“Domani migliaia di metalmeccanici di tutta la provincia sciopereranno per 8 ore e manifesteranno nel centro di Padova per chiedere il rinnovo del contratto e gli aumenti salariali indispensabili per condurre una vita dignitosa e per sostenere le proprie famiglie. Questo succede in un tempo di crisi che ha falcidiato tantissimi posti di lavoro nel nostro territorio, contraendo brutalmente le retribuzioni di chi ha la “fortuna” di avere ancora un’occupazione. Nel frattempo le disuguaglianze sociali hanno raggiunto livelli inaccettabili e mai visti nella storia recente, con poche persone – scrive nella nota la Fiom – Cgil – sempre più ricche e la stragrande maggioranza del popolo che fa fatica ad arrivare a fine mese o, in una sua parte consistente, è al di sotto della soglia di povertà.
Ci si aspetterebbe da parte di un Sindaco una parola di solidarietà e di sostegno, la dimostrazione di rappresentare un’intera comunità e non solo una sua piccola parte. Invece Massimo Bitonci polemizza con i lavoratori e pretende di vietare loro il diritto di manifestare nel Centro della città. Per farlo invoca addirittura leggi sulla sicurezza che nulla hanno a che fare con le manifestazioni sindacali che, storicamente, hanno sempre contribuito a rendere più democratico e più sicuro il nostro Paese e non hanno mai rappresentato un problema di ordine pubblico.
Ci teniamo a ricordare al Sindaco che Padova non è una città della Turchia di Erdogan e che l’articolo 17 della Costituzione vale anche tra le nostre Mura. Le piazze del Centro Storico non sono di sua proprietà e non sono un centro commerciale, ma appartengono a tutti i padovani che hanno il diritto di viverle, di frequentarle, di trasformarle sempre di più in uno spazio di democrazia e di partecipazione alla vita civile, sociale, politica della Comunità locale e nazionale.
Il percorso della manifestazione è stato concordato con le autorità di pubblica sicurezza e, come sempre, i lavoratori sapranno far valere i loro diritti democraticamente, nel pieno rispetto della città”.
Sullo stesso tema il consigliere comunale del Pd Massimo Bettin, segretario provinciale del partito aggiunge: “Irricevibile e grave la pretesa di questo Sindaco sempre più autoritario e illiberale di invocare il divieto di manifestazione democratica con la scusa di fare i conti della serva in vece dei commercianti.
Che piaccia o no a lui e ad altri le piazze di Padova sono dei padovani, di tutti, sicuramente anche di chi nel rispetto della legge vuole esprimersi liberamente nel solco dei principi costituzionali.
Il diritto di manifestare non potrà mai essere sottoposto al giogo dell’interesse economico. Lo voglio dire chiaramente, con rispetto e in via preventiva anche alle altre autorità preposte come il Questore ed il Prefetto.
Il Pd non acconsentirà mai a giri di vite su principi inderogabili se non sulla base delle circostanze e delle fattispecie previste in questi casi.
Bitonci farebbe meglio a vergognarsi, porti rispetto e si tolga il cappello davanti alle migliaia di lavoratori per bene che domani chiederanno condizioni migliori per le loro famiglie e per il mondo del lavoro: molti di loro gli pagano lo stipendio a fine mese”
“Da una parte abbiamo Bitonci coi suoi divieti, che governando col terrore ha trasformato Padova in una città impaurita, e ora vuole perfino impedirle di manifestare – tuona il consigliere regionale M5S Jacopo Berti, che vive a Padova – dall’altra c’è la nostra idea di governo per una città democratica, libera, dove chiunque può manifestare, in armonia col diritto garantito dalla Costituzione”.
“Siamo Padova, la città del sapere, della bellezza, culla della cultura dal 1222 – conclude Berti – non il buio e lo squallore nei quali vuole confinarci Bitonci”.