Alla vigilia della manifestazione dei residenti dell’Arcella e di Pontevigodarzere convocata per le 20.30 di giovedì 28 luglio, riceviamo e pubblichiamo una attenta e documentata analisi sulle dinamiche degli stadi padovani da parte dell’ex sindaco reggente di Padova Ivo Rossi:
Gli stadi per il calcio sono da sempre luoghi su cui si esercitano passioni forti. E l’Euganeo non si sottrae alla regola, nella buona e nella cattiva sorte. E’ stato così quando verso la fine degli anni ’80 si impose come simbolo di riscatto sportivo rispetto al vecchio Appiani, giudicato vetusto e insicuro, anche se immediatamente rimpianto da quegli stessi che l’avevano liquidato, tanto da trasformarlo solo qualche anno dopo in un oggetto mitologico.
Ricordo quella vicenda per essere stato l’unico ad aver votato contro quell’opera “modesta” (figlia di un progetto scartato dalla città di Torino), su cui si è poi abbattuto lo scandalo di tangentopoli e su cui, assieme alla presidente di Italia Nostra, scrissi un libro bianco, “Tutto lo stadio, minuto per minuto”, tutt’ora istruttivo. http://issuu.com/ivorossi55/docs/stadio_minutoxminuto.
Nonostante i tifosi non rappresentino masse sterminate e provengano più dalla provincia che dalla città, hanno il potere di condizionare quasi tutti i partiti, in particolar modo le destre che, con gli ultras dai tatuaggi uncinati, hanno sempre avuto un particolare feeling. È stato così negli anni ’80, ma lo è stato anche in occasione delle tornate elettorali del 1999, del 2004 e dell’ultima, quella che mi ha visto coinvolto nel 2014. Consenso politico e affari promessi a società, spesso più interessate ad altri business che al calcio, sono stati l’ingrediente base. L’abbandono dell’Euganeo per trasferire le partite di campionato nel bruttissimo e scomodo impianto del Plebiscito, fanno parte di questo scambio politico, fatto di contorsioni che ciclicamente si ripetono stancamente, come se la nostra città vivesse un eterno replay di vecchi film al rallenty. Un eterno ritorno, dal vecchio al nuovo, e ora, all’usato. Per chi come me ha visto e vissuto centinaia di partite e momenti indimenticabili, sia quelli delle promozioni che quelli sconfortanti delle retrocessioni, all’Appiani prima e all’Euganeo poi, sa che la differenza l’ha sempre fatta la squadra e il tifo vero, quello che quando riempiva l’Euganeo della seria A, lo trasformava in una bolgia entusiasta che riusciva a mettere in difficoltà anche le squadre più blasonate.