L’entrata del fondo Atlante nel cuore del sistema bancario veneto sotto diretta vigilanza del Tesoro e della BCE pone fine al modello padronale e localistico del mondo finanziario veneto secondo Gianpiero Dalla Zuanna, parlamentare padovano eletto nelle fila di Scelta Civica e da un anno trasmigrato nel gruppo del Pd al Senato:
“Ora le due ex popolari di Vicenza è Treviso – scrive Dalla Zuanna sul suo profilo facebook – hanno un unico proprietario, il fondo Atlante: in pratica appartengono a un pool delle grandi banche italiane (San Paolo e Unicredit in testa) sotto il controllo del Tesoro attraverso la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti, e sotto la vigilanza diretta della BCE di Francoforte . Giustamente, a mio avviso, gli industriali veneti, che per decenni hanno dominato su queste due banche, non contano più nulla. Hanno dimostrato infatti di essere incapaci di gestire la modernizzazione del credito, continuando a gestire banche da 10 miliardi di euro come se fossero una cassa peota di quartiere. È la politica veneta conta ancora meno: giusto anche questo, vista l’incapacità di comprendere, in questi anni, che il passato è passato. Ora logica vorrebbe che, al di là delle chiacchiere e dei campanili, le due banche venissero fuse e profondamente ristrutturare, tagliando filiali e agenzie inutili e agendo come una vera impresa di credito. Nello stesso tempo, vanno il più possibile tutelati i diritti degli incolpevoli dipendenti, e dei risparmiatori e degli azionisti truffati, anche attraverso azioni di responsabili contro i precedenti amministratori. Interessante il warrant lanciato dal presidente di Atlante, che potrà garantire un parziale recupero per gli azionisti bastonati. Non sono banche decotte, hanno molta raccolta e un’importante attività sul territorio. La regia del Tesoro, di BdI e BCE ha impedito il fallimento, ora va rilanciata l’attività. È stata una vicenda dolorosa, ma forse potrà essere utile al Veneto per comprendere che il mondo degli amici degli amici è solo un ricordo del passato, mentre il mondo contemporaneo vuole banche prive di un rapporto incestuoso con l’industria e il territorio”.
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