Era stato in visita alcuni mesi fa all’istituto per minori di Nisida a Napoli. Ed ora è la volta di un carcere vero e proprio: il Due Palazzi di Padova. L’aveva promesso in più occasioni che sarebbe venuto. Matteo Renzi in realtà conosce assai bene il consorzio sociale padovano, più volte ha avuto modo di conoscere gli operatori e i pasticceri detenuti, come a Taste di Pitti Immagine, la grande manifestazione enogastronomica che si tiene ogni anno alla Leopolda di Firenze.
Oggi venerdì 28 ottobre ha mantenuto la promessa, facendoci una grande sorpresa. Questa mattina alle 8.30, accolto dal prefetto Patrizia Impresa, ha varcato i cancelli del carcere, accompagnato da un fitto stuolo di autorità: innanzitutto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, i sottosegretari alla Giustizia Gennaro Migliore, Cosimo Ferri e Federica Chiavaroli, il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia Santi Consolo e ancora il provveditore alle carceri del Triveneto Enrico Sbriglia, e naturalmente il direttore della casa di reclusione Ottavio Casarano.
Appena entrato nella struttura, Renzi, dopo un breve incontro con il personale di Polizia penitenziaria, si è diretto ai laboratori di Officina Giotto, visitando per prima la pasticceria. Il premier ha trovato un laboratorio in piena attività, in particolare per la lavorazione dei famosi panettoni, ma anche torrone e altri dolci freschi e da forno. «Lo conosco bene il vostro panettone, lo mangio ogni anno a Natale», ha ricordato, auspicando al termine della visita che i dolci del carcere di Padova possano essere presenti anche ai ricevimenti ufficiali organizzati dalla presidenza del Consiglio.
Il premier ha avuto una parola e una stretta di mano per ognuno. Una parola per ciascuno, detenuti e operatori. «Un atteggiamento che mi ha colpito», commenta a caldo il presidente di Officina Giotto Nicola Boscoletto, «si vedeva che non era un’attenzione formale e istituzionale, ma un’attenzione reale verso chi da una parte si dedica ad aiutare altre persone ad uscire dal cerchio della delinquenza e dall’altra a chi di questo sforzo può essere protagonista in prima persona. Un’attenzione e un’umanità – continua Boscoletto – capace di riconoscere nella sua interezza il sistema carcere Padova fatto e sostenuto da molteplici attori istituzionali e non».
In particolare Renzi si è soffermato a lungo con un giovane detenuto proveniente dal Marocco Mustapha che gli ha chiesto un autografo per il figlio. «Quanti anni ha? Va a scuola?» si è informato dedicandogli un messaggio personale: “Ciao Zaccaria, mi raccomando, contiamo su di te. Matteo Renzi”.
Dalla pasticceria il premier si è spostato poi al call center, visitando in primis l’area riservata alle prenotazioni mediche per conto dell’ospedale e dell’ASL di Padova e Venezia. Ha continuato la visita al call center, accompagnato anche dai rappresentanti di due imprese che si affidano ai servizi di Officina Giotto, Marco Bernardi per il provider di energia Illumia e Antonio Dal Borgo per la società di servizi informatici Infocert. Di seguito ha visitato anche i capannoni con gli assemblaggi delle valige Roncato, il laboratorio di digitalizzazione e delle Business Key, le chiavette per la firma digitale.
Molti i doni consegnati a Renzi, al ministro Orlando e agli altri ospiti. A lui personalmente, oltre a un panettone di 5 chilogrammi, una formella in ceramica in tiratura limitata raffigurante la Giustizia e l’Ingiustizia rappresentate da Giotto nella Cappella degli Scrovegni e un papiro con le firme e alcuni pensieri dei detenuti lavoratori, accompagnati dalla scritta “Grazie presidente per la visita, confidiamo sulla sua attenzione e sensibilità per questo mondo così difficile”. Un pensiero del tutto particolare è stato riservato alla moglie Agnese con la consegna di una lettera personale scritta dai detenuti accompagnata da un’immagine della natività della Cappella degli Scrovegni realizzata in ceramica da Officina Giotto anch’essa con edizione speciale in tiratura limitata.
La visita è proseguita con l’incontro con la redazione di Ristretti orizzonti, coordinata da Ornella Favero, dove il presidente del Consiglio ha ascoltato le testimonianze particolarmente toccanti di due detenuti, che gli hanno chiesto di tenere in particolare considerazione le esigenze delle relazioni dei detenuti con le loro famiglie.