A Padova si lavora bene con i mercati esteri, soprattutto India e Russia. È questo il tono del seminario organizzato da Confindustria Padova, Treviso e Vicenza, nella propria sede. Italy & India: Business Partners, infatti ha visto anche la partecipazione del segretario dell’ambasciata indiana, Madan Mohan Sethi, insieme a molte altre figure di spicco del mondo dell’impresa. Presente anche Marco Zolli responsabile di IGAMI, un master incentrato proprio sul rapporto tra le aziende italiane e quelle indiane, mentre la testimonianza del lavoro sul campo estero è stata offerta da Andrea Tronchetto del Gruppo Carraro.
Le stime, infatti, basate ovviamente sui numeri che parlano di un incremento del 13% dell’export verso l’India, da parte solo del Triveneto, fanno prevedere una crescita della domanda nei confronti dei prodotti italiani. Questo non può che motivare le aziende che vogliono sbarcare sui mercati indiani ma, per farlo senza problemi, devono dotarsi di una consulenza fiscale curata da una azienda che sia professionalmente all’altezza dell’impresa e consenta di imboccare la strada giusta.
E non c’è da pensarci sopra perché, secondo Marco Stevanato di Confindustria Padova, l’India rappresenta per l’Italia un bacino economico davvero notevole, considerando che il suo sviluppo è molto più agile di altri paesi emergenti, come ad esempio la Cina. Ovviamente il mercato è appetibile, e per le imprese bisogna fare i conti con le barriere tariffarie e con la concorrenza, soprattutto tedesca. Ma considerando che sono in cantiere nuovi progetti che tendono a fare diventare Nuova Dehli un polo internazionale per la manifattura, le aziende italiane hanno non pochi assi da giocare data la loro competenza in merito.
E non c’è solo l’India su cui affacciarsi, perché anche l’export verso la Russia sta dando ottimi risultati, soprattutto a Padova, dove nel 2016 si registra un fatturato che supera i nove miliardi, al quale appunto ha contribuito in maniera inaspettata il mercato sovietico, nonostante sia stato penalizzato fortemente dalle sanzioni europee, insieme ai classici mercati statunitense e cinese.
Sono soprattutto i fattori innovativi adottati che hanno dato a queste aziende l’opportunità di lavorare bene con l’estero, sostiene il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco, insieme alla classica qualità del prodotto italiano e alle sue caratteristiche uniche. Ma adesso occorrono risorse finanziarie e consulenza fiscale adeguata affinché queste aziende riescano a radicarsi sui territori esteri, organizzandosi e sostenendosi vicendevolmente con dei progetti che utilizzino dei sistemi di rete o di filiera vocata, approfittando anche del piano Made in Italy e dei suoi cento milioni resi disponibili per migliorare standard e certificazioni, indispensabili per il dialogo commerciale con i mercati esteri.
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