Il Pd padovano alla resa dei conti? Certamente ai conti, per vedere com’è composta la platea del 47,1% di votanti che domenica hanno votato sì al quesito referendario, dato record in una Regione che ha bocciato più sonoramente della media italiana la legge sottoposta a referendum costituzionale. La base di partenza più prossima, elezioni amministrative del 2014 a parte (in cui i dati non sono confrontabili con un fronte del centrosinistra diviso in tre), sono le votazioni per il parlamento del 2013 quando il Pd a Padova città raccolse il 27,9% dei consensi. anche in questo caso una parte dei voti di centrosinistra andò ad una formazione, Scelta civica, raccolse un 12,5 per cento difficilmente bissabile. Ora i maggiorenti del partito democratico, tutti per il sì a parte Flavio Zanonato, stanno cercando di capire quanto di quel 47 per cento sia attribuibile ad una fattuale scelta di campo a fianco del premier dimissionario, e quindi, in ipotesi, base di partenza per una eventuale scalata a palazzo Moroni. Secondo i dati dell’Istituto Cattaneo citati da Davide D’Attino nell’articolo del Corriere del Veneto qui a fianco, il 27 per cento degli elettori del Pd del 2013 avrebbe votato no al referndum costituzionale.
Quindi i termini assoluti un due terzi degli elettori “puri” del Pd starebbe dalla parte di Renzi anche post referendum, e gli altri? Sarebbero disponibili a votare un candidato centrista di ispirazione renziana, determinando quindi una scopertura a sinistra? Cosa succederebbe all’ala degli amici di Zanonato in questo caso, fuori e dentro il Pd? Tutte domande che dovrebbero avere una prima risposta nel corso della direzione cittadina del partito che dovrebbe essere convocata per la prossima settimana.
Alberto Gottardo
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