Crack delle bache popolari: inchiesta giornalistica di “Di martedì” (La7) Federcontribuenti: “Danni economici più rilevanti del terremoto”

 

Si riaccendono i riflettori dei media nazionali sulla vicenda delle banche popolari venete. Martedì sera andrà in onda nell’ambito della trasmissione “Di martedì” condotta da Giovanni Floris, un accurato reportage realizzato nel corso di questo fine settimana dalla giornalista veronese Alice Cristiano. Il presidente nazionale di Federcontribuenti Marco Paccagnella ha accompagnato la giornalista in un viaggio all’interno del Veneto squassato dall’evaporazione diretta di 16 miliardi di euro e collaterale di altri 10 miliardi in affidamenti verso le aziende che sono già stati escussi. “In tutto il conto da pagare presentato ai risparmiatori e imprenditori veneti si aggira, ad essere prudenti, in 27 mialiardi di euro – spiega Marco Paccagnella – se consideriamo che il terremoto di Amatrice ha fatto 7 miliardi di euro di danni, capiamo di cosa stiamo parlando”. A Padova Alice Cristiano ha intervistato Davide Lunardon che ha fondato un coordinamento dei truffati di Bpvi, ed a Schio la troupe di “Di martedì” ha intervistato un nutrito gruppo di donne che stanno combattendo assieme per fronteggiare il crack delle banche. D’obbligo la tappa di fronte alla villa palladiana di Consoli in contrà Mura Pallamaio a Vicenza.
Circa l’assemblea di lunedì pomeriggio all’hotel Sheraton di Padova la posizione di Federcotribuenti è chiara e monolitica.
“Una parte molto marginale degli azionisti aderirà alla proposta indecente di questa sorta di concordato fallimentare. Credo che i veneti siano gente tosta e sapranno tenere duro – prevede Paccagnella – Non accetteremo elemosine: occorre prepararsi ad una battaglia lunga come quella dei tango bond di qualche anno fa. Come in quel caso, ci fu chi si “accontentò” delle briciole, il 20 per cento. Ci fu chi fece causa alle banche e portò a casa l’80% degli investimenti, in media. E ci fu chi seppe aspettare, ed ha potuto incassare dal 30 giugno di quest’anno, il 150% rispetto al valore nominale dei bond di quindici anni fa. Come diceva Warren Buffett, uno che di investimenti se ne intende, “Se non sei disposto a possedere un’azione per dieci anni, non pensare di tenerla nemmeno per dieci minuti”.
Va costruita una strategia di medio lungo termine, facendo tornare i buoi nella stalla e cioè intentando una azione di responsabilità capillare e ramificata verso tutti gli ex amministratori delle banche popolari venete che non potevano non sapere. Ad iniziare dal patrimonio mobiliare e immobiliare dei vertici massimi: occorre una revocatoria dei magheggi fatti da Zonin di Bpvi e Consoli di Veneto Banca che hanno messo uno scudo sulle proprie residenze palladiane. Se la magistratura non si muove celermente su questi fronti rischiamo che quando arriverà il pettine, lento ma inesorabile, della giustizia, questi signori siano diventato nullatenenti per interposta persona”.

Nella foto un momento del servizio di “Di martedì” in onda martedì sera su La7: Marco Paccagnella intervistato davanti alla villa dell’ex amministratore delegato di Veneto Banca Vincenzo Consoli