“Cari candidati sindaco a Padova, quando parlate di nuovo ospedale, pensate soprattutto ai malati ed alla cura”

 

Riceviamo e pubblichiamo come “lettera firmata”, la riflessione di un caro amico che scrive con testa e cuore un contributo non banale ai prossimi candidati alle elezioni amministrative di Padova:
Dopo un lungo peregrinare alla ricerca di un parcheggio per strade ingolfate che scoppiavano di auto, sono finalmente, si fa per dire, seduto in una saletta di attesa in Ospedale a Padova. Sono in un reparto dove passano tante persone chiuse nei loro pensieri, spesso accompagnate da familiari ma talvolta desolatamente sole. Un reparto dove uno va per sentirsi dire se vivrà o se dovrà morire, e con quali sofferenze. Ci guardiamo in silenzio, non occorrono parole, condividiamo un destino. Qui, come in altri reparti dove sono stato a salutare colleghi ormai anziani, ho respirato preoccupazione e pena, il virus carogna, il trombo, il cancro non fanno distinzione tra giovani ed anziani, non guardano il colore della pelle, non sanno a quale Dio o a quale Caso ci si rivolga.

Ma leggo sul giornale di continue beghe e baruffe e polemiche sul nuovo ospedale, da tutti considerato necessario, sì, perché questo è ormai vecchio, perché scoppia, perché non ci sono spazi per altre attività collegate, come la ricerca e la didattica,non c’è verde, è strozzato dal traffico.
E leggo che c’è chi lo vuole di qua perché altri lo hanno previsto di là, e chi lo vuole da un’altra parte ancora, e chi paventa favori agli amici, all’imprenditore Caio piuttosto che al palazzinaro Sempronio. Leggo interventi della serie “chi ha tradito chi”, oppure “chi è stato inaffidabile per il passato remoto o recente, chi lo è per il presente, chi lo sarà per il futuro”……
Ma le tante, troppe persone che vedo qui chiedono di essere curate, di essere assistite, di essere ascoltate, pensate che condividano le vostre posizioni, le vostre ambizioni? Ma ci pensate? Anche voi prima o poi finirete in luoghi come questo, o vi credete indistruttibili solo perché siete di un partito piuttosto che di un altro?
Sedetevi a un tavolo, sbranatevi pure, ma uscite con un progetto condiviso e fatelo partire, diamine! Fatelo qua, là, ad est o a ovest, state attenti che non vi freghino sui costi, ma fatelo!
Altrimenti vi prenderanno a calci nel sedere,e avranno ragione, che siate piccoli o grandi, padovani o no, vi beccheranno, belli o brutti che siate.
E con le forze che forse mi resteranno li aiuterò a farlo.
Lettera firmata