E’ stato un marchio di fabbrica della campagna elettorale del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: annotare tutto quello che dicevano i cittadini, compreso un numero di telefono per fare una ultima chiamata nelle 24 ore prima del voto. E lo stesso sta facendo Sergio Giordani: a piedi da via Avanzo a piazzetta Buonarroti, ha incontrato residenti e negozianti dell’Arcella accompagnato da alcuni esponenti del Partito Democratico (Adrea Rossi e Massimiliano Ferrati tra gli altri). Poi foto di gruppo di rito con altri esponenti del centro sinistra quali Gigi Tarzia (Padova civica) e Antonino Pipitone (Idv). Marcato a uomo dall’ex giocatore del Padova ed avvocato Diego Bonavina, Sergio Giordani ha concluso così una settimana intensa tra sondaggi e controsondaggi, l’inaugurazione della sede elettorale in piazza dei Frutti “benedetta” dall’ex sindaco Giustina Destro ed una serie di appuntamenti che lo stanno impegnando giorno per giorno. Si sta spendendo con generosità.
Questo il resoconto che Giordani fa, come sempre, in prima persona:
All’Arcella non è cambiato nulla! I due anni e mezzo di chiacchiere e slogan dell’ex sindaco Bitonci non servono a nascondere un fallimento totale. Questa mattina ho nuovamente percorso le strade del quartiere, sono entrato nei negozi e nei bar, ho bussato alle porte ed ho trovato padovani arrabbiati con chi li ha presi in giro e utilizzati per la propri fini di pura speculazione politica. Non amo – e penso non sia nemmeno utile – compiacermi degli applausi in raduni di partito. Chi sceglie di correre per essere sindaco lo fa per Padova, non per la Lega o un altro partito. Io non ho aperto all’Arcella una sede elettorale con le sbarre alle finestre, perfetta rappresentazione di chi si è arroccato in Municipio chiudendo le porte ai cittadini, io sto percorrendo le strade e i vicoli del quartiere e incontro tutti. Stamattina sono partito da Via D’Avanzo, all’uscita del sottopasso della stazione, ho percorso Vicolo Tiziano Aspetti, un pezzo di Via Annibale da Bassano, mi sono fermato in fondo a Via Luciano Faggin, luogo frequentatissimo dagli spacciatori, ho risalito Via Buonarroti fino ad arrivare alla Piazzetta, poi ho girato per Via Curzola per raggiungere la chiesa della SSTrinità. Ho riempito un block notes di proteste, suggerimenti, richieste delle tante persone che ho incontrato. Ho trovato commercianti ed esercenti che resistono nonostante tutto, orgogliosi delle loro botteghe e del loro lavoro, umiliati da una amministrazione capace di multarli per un vaso con una pianta messo fuori della porta per abbellire la strada, ma che gira la testa dall’altra parte quando si tratta di garantire sicurezza, allontanando spacciatori e balordi che specie la sera imperversano indisturbati. Con me questa cose cambieranno. Servono pattuglie di vigili e polizia a piedi, che percorrano costantemente le strade, serve una riqualificazione degli spazi pubblici, marciapiedi, giardini, verde pubblico, serve più illuminazione, più pulizia delle strade e dei marciapiedi. Ci sono edifici privati abbandonati come l’ex albergo sul cavalcavia della stazione chiusi da anni per i quali cercherò di favorire interventi di riqualificazione. Alcuni commercianti in Vicolo Tiziano Aspetti mi hanno mostrato i problemi di parcheggio: vedremo come aumentarli. Ho trovato persone che partecipano ad attività culturali ed associative: a loro dico che farò di tutto per favorire eventi culturali, sportivi e associativi, anche all’aperto perché è proprio riportando i cittadini del quartiere a vivere le loro strade e le loro piazze che si sconfigge il degrado. Per fare questo, inutile nasconderlo, servono anche soldi: useremo i milioni di euro che si vorrebbero spendere per lo stadio Plebiscito molto più utilmente in opere pubbliche nel quartiere e metteremo a punto in Comune una squadra di specialisti che lavori per portare a Padova i finanziamenti che si possono ottenere dal Governo e dall’Unione Europea. Mi piange il cuore quando vedo come Bitonci ha buttato via l’occasione di ottenere i fondi per la riqualificazione delle periferie, chiedendo di finanziare opere che con le periferie non c’entrano nulla, come il Castello dei Carraresi. Non è il più il tempo delle parole: è il tempo di lavorare assieme. Nelle prossime settimane percorrerò anche le altre zone del quartiere, San Carlo, Pontevigodarzere in modo da raccogliere il maggior numero possibile di segnalazioni e suggerimenti che saranno parte del mio specifico programma per il rilancio dell’Arcella. Assieme, in cinque anni cambieremo questo quartiere, faremo la rivoluzione del decoro della sicurezza e dello star bene.