Dopo le recenti polemiche sul passato, il presente e il futuro della Città della Speranza è utile leggere questa analisi di Ivo Rossi, già sindaco di Padova, una delle poche persone che hanno avuto ruoli di vertice nella politica di Padova, mai sfiorata nemmeno da un sospetto:
All’inizio ci furono i bambini malati.
Non si comprende il dibattito di questi giorni attorno alla Città della Speranza senza riandare a quel febbraio 2007 quando nella sede vescovile viene sottoscritto l’atto con cui la Zip, guidata allora dal compianto Angelo Boschetti, cede alla Fondazione 10 mila metri quadrati, all’interno dell’area CNR della zona industriale, su cui edificare la torre in cui concentrare la ricerca pediatrica. Si trattava di un atto il cui valore, quanto a contributo pubblico, era valutato pari a 1.870.000 euro, che sanciva il concorso pubblico di Comune, Provincia e Camera di Commercio ad uno dei più nobili degli obiettivi. Quell’atto, come condizione irrinunciabile, vincolava la cessione alla funzione pubblica della torre e della ricerca che vi si sarebbe svolta.
E’ una premessa indispensabile per aiutarci a capire cosa sta accadendo oggi, a spiegare quelle che a prima vista potrebbero sembrare divergenze personali, ma che con tutta evidenza sono originate da una diversa visione del ruolo del pubblico e delle risorse pubbliche nel rapporto con il privato.
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