Doppio appuntamento in ricordo di mons. Giovanni Nervo e mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini, nel giorno del loro anniversario della morte: il 21 marzo 2013 per mons. Nervo e il 21 marzo 2015 per mons. Benvegnù-Pasini.
Martedì 21 marzo, alle ore 11 in Cattedrale a Padova, il vescovo mons. Claudio Cipolla presiederà una celebrazione in loro memoria. Mentre, nel pomeriggio la Fondazione Zancan promuove il convegno sul tema: Generatività, carità e giustizia: verso nuovi scenari di welfare all’interno del quale sarà anche presentato il Rapporto 2017 sulla lotta alla povertà dal titoloPOVERI e COSÌ non SIA. L’appuntamento è dalle ore 14.15 alle ore 17.30 in sala San Gregorio Barbarigo di palazzo Vescovile (ingresso da piazza Duomo – Museo Diocesano).
Il convegno sarà l’occasione per fare il punto sulle prospettive del welfare generativo e sulle esperienze di ricerca e sperimentazione realizzate dalla Fondazione Zancan.
Il programma prevede l’accoglienza alle ore 14.15, quindi l’inizio dei lavori alle ore 14.30 con l’introduzione Perché parlare di generatività, carità e giustizia a cura di Cesare Dosi, presidente della Fondazione Zancan e don Marco Cagol, vicario episcopale per i rapporti con il territorio della Diocesi di Padova.
Prenderanno poi la parola Mirella Zambello, docente dell’Università di Padova, Cristina Braida e altri delegati degli studenti che hanno elaborato tesi di laurea sul tema del welfare generativo in vari atenei italiani. A loro il compito di disegnare Il futuro del welfare visto dai giovani. Nell’ultimo quinquennio sono state una cinquantina, infatti, in tutta Italia, le tesi di laurea che hanno toccato questo tema, da parte di studenti di diversi ambiti –economico, pedagogico, infermieristico, sociale – segno che il tema è quanto mai attuale, trasversale e di interesse per le nuove generazioni.
La seconda parte del convegno, dalle ore 16, si dedicherà alla presentazione del Rapporto 2017 sulla lotta alla povertà che ha come tema Poveri e Così non Sia, da parte di Gilberto Muraro, presidente della Cassa di Risparmio del Veneto. Dopo il dibattito con interventi del pubblico e degli autori le conclusioni, sul tema Il Futuro del welfare riparte dall’incontro tra generazioni, sono affidate a Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan.
Il primo titolo che abbiamo pensato per questo rapporto – scrive il presidente della Zancan Cesare Dosi presentando il Rapporto 2017 – «è stato “Poveri e così sia”. Voleva essere una provocazione, espressa in modo paradossale per descrivere l’attuale vuoto di ideazione e di strategia. Ma l’ottimismo della volontà ci ha suggerito di non chiudere la porta alla speranza. POVERI e COSÌ non SIA ci è sembrata quindi la sintesi di questa domanda e della sfida che non possiamo evitare. Ci siamo anche chiesti che senso ha oggi parlare di piano nazionale di lotta alla povertà, mentre nessuno crede più nella programmazione. Chi utilizza questo termine spesso asseconda un rituale giuridico per allocare risorse e poi non utilizzarle o, al più, per consentire ai poveri di convivere con il proprio stato di bisogno. Per questo ci siamo anche chiesti come ripartire dai fondamentali della pianificazione sociale e come affrontare i problemi oltre l’ordinaria amministrazione».
Da qui il tentativo che emerge dal Rapporto 2017 di superare l’immobilismo tecnico e politico con alcune proposte che «entrano nel merito di come si potrebbe aprire una nuova stagione della programmazione sociale, per lottare contro la povertà in modi efficaci, con i poveri, valorizzando le capacità di ogni persona».
Il Rapporto 2017, si sviluppa in tre parti. Nella prima – Poveri e così sia?– si cerca di analizzare come mai, guardando indietro nella storia, la programmazione non ha funzionato e non ha mantenuto le sue promesse e quali potrebbero essere le strade percorribili nella progettazione, nel senso e nella gestione delle scelte, evitando alcuni errori. Nella seconda parte – Risorse non governative – si guarda alle risorse a disposizione e ai margini di utilizzo innovativo, quindi, nella terza parte – Potenzialità da coltivare – si concentra l’attenzione sui potenziali di innovazione della lotta alla povertà, sia con lo sguardo degli operatori, «entrando nel merito della relazione “di aiuto e di potere” e di come trasformarla in incontri di capacità e risorse, cioè di incontro tra diritti e doveri»; sia con lo sguardo dei gestori, finanziatori e di quanti hanno interesse che le risorse vengano utilizzate al meglio, «misurando il loro impatto sociale per conoscere il valore economico e umano redistribuito».
Il Rapporto 2017 della Fondazione Zancan si chiude quindi – spiega il direttore Tiziano Vecchiato «con una sintesi complessiva e una proposta che riguarda quattro linee di pianificazione a disposizione per un piano nazionale di lotta alla povertà che volesse affrontare in modi non conformistici e rituali la sfida che lo aspetta».