La padovana Alessia Ravarotto, 38 anni, sta tornando a casa, in Italia, con il piccolo Adham, il figlio di quattro anni, portato via nel novembre scorso dal padre egiziano da Sharm el Sheikh, dove la coppia – separata – e il bambino vivevano. La notizia è stata comunicata all’Ansa dal presidente del Senato Renato Schifani che, il 16 marzo scorso, durante una visita ufficiale in Egitto, aveva rivolto al presidente Hosni Mubarak la raccomandazione di fare il possibile per dare esecuzione alle due sentenze favorevoli alla madre veneta emesse dalla magistratura egiziana. Oggi pomeriggio l’annuncio – in una telefonata a Schifani dell’ambasciatore d’Italia in Egitto, Claudio Pacifico – che Alessia Ravarotto è sul volo Alitalia partito dal Cairo alle 18.55 e atteso alle 21.45 all’aeroporto di Fiumicino.
“Sono emozionato e felice – dice Schifani – Voglio ringraziare l’ambasciata italiana e il presidente Mubarak che ha mantenuto l’impegno assunto con me, dando incarico al ministro dell’Interno di occuparsi personalmente della vicenda”.
Il piccolo era stato rapito dal padre a novembre. Alessia Ravarotto aveva denunciato (anche con un video diffuso su YouTube) il caso chiedendo al governo italiano di interessarsi.
Nel 2005 la ragazza padovana aveva firmato un accordo matrimoniale con un uomo egiziano “unico modo per consentire la convivenza tra un egiziano e una straniera» aveva spiegato. Nel 2006 la coppia, che viva a Sharm el Shei,kh si era sposata e, un anno dopo, era nato il bambino.
La coppia nel 2008 si è separata, ma il padre, aveva spiegato Alessia Ravarotto «continuava a vedere il figlio tutti i giorni per ore e dormiva con lui 3 notti alla settimana”.
Poi, il 23 settembre scorso, è arrivato il divorzio consensuale proprio poco dopo che il padre del piccolo era riuscito a sparire con il bambino per 5 giorni senza dare notizie. È stato in questo periodo che la situazione è degenerata e, spiegava la donna, «il mio ex marito dopo continui insulti per telefono e di persona, il 4 novembre è scomparso con mio figlio e da allora non ho più avuto notizie. Ho fatto denuncia alla polizia, sono andata al Cairo in ambasciata dove hanno preso a cuore il mio caso».
Ma per sbloccare la vicenda sono dovuti intervenire i gioverni italiano ed egiziano.
- Cinture di castità in via Eremitani, una nuova moda?
- Padova alla vigilia del 30esimo anniversario del 7 aprile