E’ andato in scena per l’ennesima volta il teatrino della politica a palazzo Moroni. Un dialogo tra sordi che ha visto da una parte Massimo Bitonci, monocorde ed insinuante, ed un Sergio Giordani che ha cercato come ha potuto di rintuzzare gli attacchi. In mezzo una uscita tutt’altro che felice del professore Arturo Lorenzoni che ha parlato di “minoranza minorata” ed almeno un presidente del Consiglio Tagliavini che è apparso tutt’altro che un debuttante ed ha saputo dare all’assemblea degli eletti un minimo di funzionamento democratico. E non era scontato.
Ci sono stati dei duri botta e risposta tra il sindaco e l’ex sindaco. Ci sono stati i buu dal pubblico dentro e fuori dalla sala consiliare. Ci sono state le interviste sui tg di questa sera e sui giornali di domani, che da una settimana non parlano d’altro. Adesso sarebbe ora, credo, di occuparsi di cose un po’ più serie, tipo la disoccupazione, gli sfratti, la zona industriale che fatica a cambiare pelle in una epoca compiutamente post industriale, della fiera che non riesce a chiudere un bilancio credibile, di una città che invecchia sempre più velocemente anche poichè, in anni in cui si è parlato con toni a volte bestiali di immigrazione, nessun o ha mosso un dito per stemperare l’emigrazione dei padovani, spesso laureati strozzati da baronie e leccaculismi. Insomma, signori consiglieri, signor sindaco e signor ex sindaco: vi siete scannati, avete giocato a chi fa la faccia più feroce ed ognuno ha galvanizzato la propria plebe post comunista o neofascista che sia. Adesso, per favore, basta. Adesso parli la politica, la cura cioè delle necessità profonde della città. Perchè già la volta scorsa 2 padovani su tre non hanno votato nessuno dei contendenti. Si rischia che quelli con la nausea la prossima volta siano la maggioranza. Ed allora fareste proprio fatica a giustificare le vostre scelte ed anche i vostri stipendi. Perchè i cittadini non si occupano di una politica che non si occupa di loro. E coccolare solo ultras di una fazione o dell’altra probabilmente non è un servizio molto onorevole a questa lacerata e sempre più impoverita città. Altro che capitale di lirica, 4.0 senza essere riusciti prima a compiere nemmeno il 2.0, cultura, urbs picta e supercazzole varie. Alberto Gottardo