Tram in via Facciolati? L’Ascom chiede più pragmatismo e meno ideologia

 

“Contemperare le esigenze della città che è ambiente, ma è anche economia”.
Chiede pragmatismo il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, di fronte al rinnovato interesse per le due nuove linee del tram a fronte di un possibile
ritorno dei finanziamenti per l’infrastruttura.
“Le preoccupazioni degli operatori del commercio – continua il presidente dell’Ascom – sono reali e non vanno trascurate. I danni causati al tessuto dei negozi di vicinato dai cantieri del tram all’Arcella e, soprattutto alla Guizza, sono ancora tangibili a distanza di più di dieci anni e dunque non vanno derubricati come “opposizione alla modernità” ma come richiesta di puntuale verifica delle condizioni e delle alternative che possono essere attuate”.
Di una cosa Bertin è certo: “E’ difficile non giungere a compromessi. Come per la questione dei parcheggi, noi siamo per una soluzione che eviti il girare a vuoto delle auto alla ricerca di un posto e non condividiamo nel modo più assoluto chi ritiene che penalizzare le auto (come potrebbe apparire da certe scelte dell’amministrazione, com’è la giornata del 15 ottobre prossimo) sia la soluzione per una città più a misura di cittadini”.
Dunque anche il tram rientra in questa visione.
“Se siamo convinti – precisa il presidente dell’Ascom – che il tram sia utile non solo alla mobilità ma soprattutto sia una scelta corretta in favore di un’aria più respirabile in una città che comunque ha un proprio tessuto economico che non può essere sacrificato, allora dobbiamo pensare alle soluzioni possibili e praticabili, compresa quella che prevede l’attraversamento del parco Iris”.
Soluzioni, soprattutto, non disgiunte da una visione complessiva.
“La linea del tram che sta preoccupando non poco i colleghi di via Facciolati e via Crescini – conclude Bertin – viene individuata in quella che, attualmente, è l’area dell’ospedale. Ma sull’ospedale sembra che le idee siano ancora piuttosto nebulose. Se il tram dovrà servire quella zona, cosa ci sarà in quell’area? Il nuovo ospedale sul vecchio o qualcosa di nuovo di cui oggi non siamo a conoscenza?”
Come dire: il dibattito non va “blindato” né dall’ideologia né dalle valutazioni a compartimenti stagni, ma va sostenuto cercando le convergenze laddove queste sono possibili.
“E sull’ambiente – conclude Bertin – non disgiunto dall’economia, ci giochiamo il futuro”.