Il tabaccaio di Correzzola che sparò al ladro, uccidendolo, chiude. L’analisi del M5S Veneto

 

Il sistema giudiziario italiano non tutela le vittime dei reati e non sta dalla parte di chi il reato lo subisce. Parole durissime, che arrivano dal tabaccaio di Correzzola Franco Birolo: nell’aprile del 2012 questi si trovò con i ladri in negozio mentre dormiva con la sua famiglia al piano superiore. Mentre il tabaccaio tentava di difendere i propri cari, un colpo partito dalla sua pistola ferì mortalmente uno degli autori della rapina.

“Birolo ha dovuto aspettare anni e anni per uscire finalmente pulito da questa vicenda giudiziaria – si rammarica la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin – e adesso ha deciso di chiudere il negozio. Questi cinque anni lo hanno segnato profondamente, come segnerebbero qualunque brava persona coinvolta in una vicenda simile”.

La consigliera regionale aveva incontrato Birolo nel suo negozio di Civé testimoniandogli tutto il suo sostegno umano e politico.

“Ora il tabaccaio chiude bottega – dice Baldin – e lancia un’accusa durissima nei confronti del nostro sistema giudiziario, che non tutela le vittime dei reati e mette i giusti, che difendono la propria famiglia e i propri cari, uno scalino più in basso rispetto a chi i reati li compie”.

“Per non parlare dei due anziani – continua l’esponente del Movimento 5 Stelle – di Piacenza d’Adige che hanno visto i loro torturatori, due marocchini autori di una sanguinosa rapina ai danni dei due vecchietti, condannati a sette anni di prigione. I rapinatori hanno avvertito i due poveretti che sarebbero tornati a trovarli per finire il lavoro se avessero parlato e ora gli anziani vivono nel terrore, perché sanno che questi usciranno presto con un qualche cavillo o per buona condotta”.

“È ora di finirla – conclude Baldin – serve una revisione drastica della giustizia italiana, non vi è più alcuna certezza della pena e questa situazione inaccettabile mette i cittadini alla mercé di ladri e rapinatori”.