Intanto la provincia. Inizia il braccio di ferro interno al Partito Democratico per decidere chi comanderà, almeno formalmente, il partito in provincia dopo che l’ex segretario Massimo Bettin si è accasato al ruolo di portavoce del sindaco Giordani. Le scelte sul tavolo della sede di via Beato Pellegrino sono due: Federico Ossari da una parte e Vittorio Ivis dall’altra. E’ il primo round che vede fronteggiarsi le due anime del partito democratico a Padova. Federico Ossari è un “usato sicuro”: già segretario provinciale fino al 2013, sulla cinquantina, funzionario di banca, una persona seria e onesta secondo quanto, compreso chi scrive, ha avuto la fortuna di conoscerlo. «Metto a disposizione l’esperienza di amministratore e la passione civile che accompagna la mia militanza – diceva Ossari al Mattino di Padova in una intervista di qualche giorno fa -, credo che il Pd padovano debba essere ricostruito non soltanto nella sua struttura ma anche nel rapporto con le categorie, le associazioni, gli elettori, gli enti locali che rappresentano la spina dorsale della nostra comunità».
E chi scrive ha avuto la fortuna di conoscere anche Vittorio Ivis, consigliere comunale a Monselice, già impegnato nella campagna elettorale di Alessandra Moretti, cuoco e cameriere volontario alla bisogna nelle feste del partito democratico, tutte censite sul suo profilo facebook.
Scive di sè Vittorio Ivis, laureato alla triennale di Scienze Politiche, dal curriculum in cui compaiono la maturità al liceo sportivo e appunto l’incarico come consigliere comunale, (clicca per vedere il curriculum):
“Oggi ho presentato la candidatura a Segretario provinciale del Partito Democratico di Padova. Una candidatura che nasce dopo un percorso di ascolto e di confronto trasparente nei territori, grazie al lavoro serio e costante di tanti. Mi preme sottolineare che non mi candido solo, ma con una squadra. Una squadra che guarda oltre le logiche di corrente e mira al rilancio del Partito. In primis, con Michela Lorenzato, mia compagna in questa avventura, e con tutti quelli che hanno deciso di aderire a questo percorso: un grazie a tutti voi.
La ricostruzione del Partito a livello territoriale, in particolar modo in Provincia, deve essere la via essenziale per un Partito Democratico che ha l’obbligo di essere offerta culturale per il Paese.
Qualcuno, in queste settimane, ha sostenuto che fossi un folle a candidarmi, che questo Partito è irriformabile, eppure mi piace l’idea di tanti folli che non la pensano così e che, con passione, dedizione e tanto entusiasmo, si mettono ancora una volta a disposizione della propria comunità”.
Anni fa ci fu una spartizione cencelliana tra le varie correnti, con il provinciale al rito ex Ds e il cittadino di segno più centrista. Poi i due segretari Bettin e Bressa sono andati a lavorare per la pubblica amministrazione padovana. Da capire se lo schema del “volemose bene” tanto più in un periodo in cui le casse del Pd sono letteralmente dissanguate dalla fine del finanziamento pubblico dei partiti e dalla caduta verticale di tesserati e frequentatori delle feste, prevarrà anche in questa tornata. Intanto fervono anche i movimenti in vista del congresso cittadino. Chi sarà il successore di Antonio Bressa? Lo si capirà alla prossima puntata.