L’orgoglio degli agricoltori padovani alla festa del ringraziamento di Praglia

 

«Rivendichiamo il nostro ruolo di custodi del territorio. Siamo noi in prima linea, tutti i giorni, sotto qualsiasi cielo, per la salvaguardia del nostro ambiente. Senza agricoltura la campagna morirebbe, senza agricoltura non ci sarebbe futuro». Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova, si fa portavoce dell’orgoglio dei contadini padovani che a centinaia oggi si sono dati appuntamento all’abbazia di Praglia per la Giornata Provinciale del Ringraziamento. Da 67 anni gli agricoltori di Coldiretti in tutta Italia rendono grazie per il raccolto, per i frutti della terra, nonostante le difficoltà e le incognite che accompagnano ogni stagione. E’ un appuntamento molto sentito per i contadini di ogni generazione. Decine i trattori schierati fin dal primo mattino davanti alla chiesa dell’Abbazia di Praglia. Durante la messa, alla quale hanno partecipato anche numerosi sindaci e amministratori padovani, un altro segno concreto, la presentazione all’offertorio delle grandi ceste con i prodotti della terra da ogni parte della provincia, perché ogni territorio ha le sue particolarità e specificità. 

Al termine la tradizionale benedizione dei trattori e dei mezzi agricoli sul sagrato della chiesa da parte di Don Galdino Canova, consigliere ecclesiastico di Coldiretti Padova,  e il saluto delle numerose autorità presenti: la parlamentare Gessica Rostellato, l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan, il consigliere provinciale Vincenzo Gottardo, almeno 30 sindaci padovani insieme ad altri amministratori locali, il presidente del Consorzio Agrario del Nordest Federico Dianin e molti altri esponenti del mondo economico padovano. Con l’occasione Coldiretti Padova ha voluto ricordare anche un suo ex presidente, Ernestino Prevedello, scomparso lo scorso gennaio, consegnando una targa ai familiari come segno di riconoscenza. 

«Chiudere questo anno di lavoro nei campi con un grazie è importante per noi – aggiunge Miotto – perché ribadiamo che il nostro lavoro non è mera produzione di merce ma molto di più. E’ servizio, è dedizione alla nostra terra, è la consapevolezza dei limiti dell’uomo di fronte alla natura. Noi lo sperimentiamo di continuo nel nostro lavoro. Quest’anno ad esempio facciamo i conti con un sensibile calo della produzione in tutti i settori proprio a causa dell’andamento climatico anomalo e prevediamo una perdita per i principali cereali, il vino, l’ortofrutta. Ma la qualità delle nostre produzioni ci fa ben sperare per il futuro, soprattutto se riusciremo proprio a valorizzare la tipicità e i tratti distintivi della nostra produzione. E’ per questo che vogliamo l’etichetta obbligatoria e l’obbligo di indicazione dell’origine. Di recente è toccato al latte, ora anche al grano e in seguito al riso e al pomodoro. Ed è per lo stesso motivo che abbiamo detto “no” al Ceta, l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada che mette a rischio proprio le nostre tipicità e spalanca le porte ad incognite come il grano al glifosato. Su questo punto la nostra posizione è chiara e non a caso sono già 54 su 104 i Comuni padovani che hanno sottoscritto il nostro ordine del giorno per fermare il Ceta. 

«Il nuovo anno porterà delle novità anche sul fronte della vendita diretta, – aggiunge Giovanni Roncalli, direttore di Coldiretti Padova – fiore all’occhiello della nostra agricoltura che ogni settimana porta nei 15 mercati di Campagna Amica, a Padova e provincia, gli agricoltori con i loro prodotti di stagione. Vogliamo proseguire con slancio su questa strada, perché crediamo nella filiera corta e nel dialogo con i cittadini consumatori, aprendo nuovi mercati sul territorio. Ma sarà anche l’anno di “filiera Italia”, la nuova realtà associativa che a livello nazionale fa incontrare agricoltura e grandi gruppi dell’industria alimentare italiana, puntando alla massima valorizzazione della produzione agricola anche con i contratti di filiera punta. A Padova inoltre stiamo sperimentando con successo le reti d’impresa con alcune realtà artigiane che permettono di esprimere al meglio le potenzialità di alcuni nostri prodotti in ascesa, dalla canapa ai cereali per i panificati e la pasta fresca. Custodire la terra, tema di questa Giornata del Ringraziamento, significa anche tutelare chi la tiene in vita, gli agricoltori che la lavorano da generazioni. Ecco pertanto l’urgenza di mettere un freno alla proliferazione degli animali selvatici che distruggono colture e alterano il paesaggio. Sui Colli Euganei è ben noto il problema dei cinghiali, ancora lontano dall’essere risolto. Se la devastazione continua il rischio è che non ci sia un futuro per l’agricoltura in quest’area ma penso che nessuno voglia arrivare a questo».