Cosa ci dicono i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 guardandole con le lenti delle amministrative di Padova? Viste alla luce del risultato finale, rende ancora più significativa la vittoria di Sergio Giordani, che un anno dopo non avrebbe la maggioranza, sommando i voti di Pd, +Europa, Liberi e Uguali oltre allo 0 virgola di roba tipo “Insieme”. La maggioranza gliela dà la differenza tra il 5 per cento ragranellato dal candidato Simone Borile e il 20% portato a casa dal MoVimento otto mesi dopo. Quella differenza probabilmente (ma non lo sapremo mai con esattezza) a giugno dell’anno scorso lo ha assorbito e portato il movimento degli arancioni di Arturo Lorenzoni.
Detto questa va da sè che la vittoria di Sergio Giordani, è stata una vittoria controvento, fatta di bolina, contro una stanchezza nei confronti del centrosinistra che spirava già, ma che sembrava un venticello rispetto alla paura che avevano fatto i modi più che bruschi di Massimo Bitonci, che va alla Camera da primo nel proporzionale, e che a Padova probabilmente non tornerà più da candidato.
A Sergio Giordani rimane il compito, non impossibile, di tenere unita la maggioranza, e di avere la capacità di portare in fondo i progetti finanziati da Roma, per primo quello della nuova linea del tram. “Siamo troppo lenti” ha detto l’altro giorno in conferenza stampa: sta guidando lei sindaco Giordani, pigi lei sull’acceleratore, perchè dietro di lei c’è il treno del populismo di Lega e M5s che se si saldassero a livello nazionale, a livello locale partirebbero dal 43% alto.
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