Casinò e siti di scommesse sono stati il motore del primo internet ed ancora sono tra i filoni più promettenti del business online. Rendono comoda l’esperienza del gioco ed accessibile da dovunque il cliente si trovi, ora che gli smartphone hanno reso in tutti i sensi l’esperienza della navigazione in internet indipendente dal luogo dove ci si trovi.
A differenza di quanto succede con altri tipi di servizio, quello dei casinò virtuali e dei siti di scommesse online però non è libero.
Per esercitare in Italia infatti i provider devono sottostare alle regole di AAMS, l’ente di derivazione ministeriale che gestisce in regime di monopolio i giochi a premio.
Di fatto per poter esercitare anche in forma virtuale, i bookmakers del resto del mondo devono chiedere, e soprattutto pagare, un permesso al Governo, sotto forma di concessione governativa.
A parte il dato finanziario della tassa anticipata allo Stato e della suddivisione dei proventi per ogni singola giocata e vincita, lo Stato non chiede solo denaro. Ma permette ai giocatori appunto una supervisione che mette al sicuro l’acquirente di un sistema di scommesse oppure di una giocata ad esempio alla roulette, da truffe e raggiri.
L’AAMS infatti non ha solo la funzione di esattore per conto dello Stato, ma certifica anche che dietro ai programmi ed alla raccolta di giocate, non ci sia nemmeno l’ombra dell’attività fraudolenta. Una garanzia mica da poco, dato che le sedi legali dei siti di scommesse e di casinò spesso sono più che altro solo di comodo e in paradisi fiscali o stati dell’Unione europea non proprio dietro l’angolo, quali, solo per fare due esempi, l’isola di Malta o il minuscolo Lussemburgo.
Accettando le regole AAMS invece il provider di giochi e scommesse si sottopone alla legislazione italiana, fondando una società di capitali di diritto italiano e sottostando in toto oltre alla normativa comunitaria anche a quella europea, che è tra le più avanzate del mondo in termini di tutela della privacy e dei diritti del consumatore.
Un vantaggio non da poco che però ha un rovescio della medaglia: le quote nettamente inferiori a quelle reperibili all’estero. Questo poichè comunque la tassazione alla fonte, i costi della concessione e le tassazioni indirette vengono in qualche misura “erose” proprio dallo Stato che ha la funzione, non molto gradevole, di socio occulto della giocata. E lo può fare appunto in forza del regime di monopolio: solo lo Stato e nessun altri infatti può esercitare la funzione di garante e proprietario delle licenze necessarie a svolgere in maniera legale l’attività di bookmaker. La competizione però è comunque alta in quanto sono moltissime le licenze che ogni anno danno la possibilità di esercitare l’attività a moltissimi casinò online ed a filiali di grandi gruppi che accettano scommesse sportive o di altro genere.