Bicilcette in stazione: dopo il concertino d’archi di dieci mesi fa, qualcuno degli assessori c’è tornato su quel boulevard?

 

Sono passati 10 mesi dalla bella manifestazione politico musicale di Coalizione Civica sul cosiddetto boulevard della stazione di Padova. Arturo Lorenzoni & Co. avevano portato un quartetto d’archi a suonare in uno degli angoli più degradati della stazione ferroviaria. Poi, poco o nulla in quasi un anno di amministrazione. Tanto che dove suonavano le ragazze ingaggiate dal popolo arancione in campagna elettorale, ora si ammonticchiano biciclette scassate.
Eppure c’era un protocollo di collaborazione tra l’associazione che gestisce la ciclofficina sotto il cavalcavia in via Frà Eremitano e la polizia municipale. I vigili ciclicamente, nel vero senso della parola, rastrellavano le carcasse coi pedali ma magari senza ruote o sella, e li consegnavano agli operatori dell’officina che le riassemblavano e rivendevano.

“Da un pezzo non si fa più così – spiega a denti stretti il ragazzo alla ciclo officina dove sono andato ieri a vedere una mountain bike rigenerata da 60 euro – infatti ci approvvigioniamo molto di più dagli sgomberi dei privati”.
E il risultato si vede: carcasse ovunque, ed anche il bike sharing, sempre di competenza comunale appaltato ai privati, non se la passa bene.
E capita che mentre stai scattando la foto di una bici ti si avvicina una ragazza, studentessa di giurisprudenza, accompagnata dal fidanzato alla ricerca della bici rubata.

“La bici l’abbiamo trovata (è quella qui in primo piano, ironia della sorte) – spiega la ragazza – manca una ruota, ma ho le foto sul cellulare e la denuncia in tasca adesso sto aspettando che arrivi la polizia. Sono venti minuti che aspetto”. E, combinazione, proprio in quel momento arriva la volante che raccoglie la denuncia della polizia e si occuperà della “liberazione” della bicicletta ritrovata. La ruota mancante costerà 40 euro. Molto meno costa una bici rubata nel mercato nero ancora fiorente ai giardini dell’Arena. Da capire cosa stia facendo l’amministrazione comunale: le politiche legate a questo tipo di aspetti venivano gestite, fino al 2014, da settori che dipendevano dall’assessorato alla mobilità, ora responsabilità di Arturo Lorenzoni, all’assessorato al sociale (vedi progetto ciclo officina) ora referato dell’assessore Marta Nalin (o Francesca Benciolini, chissà) e dell’ambiente, assessora (che ci tiene alla a finale) Chiara Gallani. La polizia municipale risponde politicamente direttamente al sindaco Sergio Giordani. Magari sarebbe utile che ne parlassero alla prossima riunione di Giunta. Perchè mi sa che far suonare un quartetto d’archi ogni 10 mesi in zona, non basta.

Alberto Gottardo