Ho ricevuto nei giorni scorsi una lettera dal settore servizio scolastici (giuro, c’è scritto così nell’intestazione) con l’assegnazione di un codice utente e password utili a pagare il servizio mensa di mia figlia che frequenta la scuola primaria. “Bene, che comodità, tutto online“. E dopo una decina di minuti ho capito che il mio era semplice ottimismo. Che le cose si sarebbero fatte in salita, lo avevo capito sin dal dominio di accesso del portale genitori: https://www3.itcloudweb.com/
a) di mettere una scorciatoia da qualche parte
b) fantascienza ovviamente pensare di avere una app vero?
Un incubo il fatto che poi alcune comunicazioni avvengono attraverso l’apertura di pop up, roba che non vedevo da una decina d’anni.
Alla voce “Orario limite di disdetta” compare la sibillina APP: entro le 9,30 del giorno di assenza (si precisa che la disdetta è possibile in qualsiasi momento ad eccezione del caso in cui si voglia disdire il pasto per il giorno stesso)
Se APP sta per applicazione, beh non è dato sapere da quale App store sia scaricabile, non è riportato su nessuna parte del foglio a firma del Capo settore servizi scolastici (questa volta i plurali concordano) ad interim Dr.ssa Fiorita Luciano Fiorita (sic!).
Che mi risulta essere anche capo di Gabinetto, di qui l’interim e forse la ripetizione per due volte del nome
Riuscito ad entrare nella sezione dei pagamenti pago, ricevo via mail la conferma del pagamento ma sull’anagrafica dei versamenti, risulto ancora a debito del primo pasto, somministrato sulla fiducia in quanto la lettera con l’anagrafica della mensa è arrivata a scuole abbondantemente iniziate.
Spero che mia figlia domani comunque possa pranzare.
E spero anche che l’interim magari prima o poi sia sanato, liberate la povera Fiorita Luciano Fiorita del doppio incarico. Credo che ne abbia abbastanza già a dirigere il gabinetto del Sindaco.
Al nuovo dirigente raccomando magari di rendere un po’ più semplice la vita ai genitori delle migliaia di alunni: io sono webmaster di tre pagine web eppure per me la vita con questo servizio (scolastici) non è stata semplice.
E magari sarebbe carino, dato che il 20% dei bimbi frequentanti hanno almeno un genitore di origine non italiana, di far tradurre la lettera e il sito web almeno in inglese.
Alberto Gottardo, papà di una bimba della scuola primaria di Padova