Dal Consigliere comunale Luigi Tarzia, presidente della commissione che si occupa anche di sicurezza, riceviamo e pubblichiamo:
Ieri sera sono intervenuto in aula sulla mozione avente ad oggetto ” Sicurezza nel comune di Padova” presentata dalla collega Vanda Pellizzari, che riguardava inizialmente il caso accaduto in stazione il 30 marzo 2018 all’Onorevole Silvia Cogolo e che per effetto di un auto emendamento la discussione è stata allargata all’attuale situazione che vive la citta, in seguito ai numerosi danneggiamenti subiti dai commercianti.
All’On. Silvia Covolo a nome dell’amministrazione comunale e del sindaco Giordani ho espresso la nostra più completa e incondizionata solidarietà su quanto accaduto in stazione giovedì 30 marzo u.s. poco dopo le ore 19.00.
Inoltre in qualità di Presidente della Commissione Sicurezza del Comune di Padova ho dichiarato che è stato un fatto che ci ha preoccupato non poco, perché ha coinvolto in primis una donna, una signora ed in più per la carica di rappresentanza che riveste: un Onorevole, Silvia Covolo, della nostra Repubblica.
Ogni giorno passano dalla stazione di Padova decine di migliaia di persone senza che si registrino episodi di schiaffi o altro.
Era necessario, pertanto, capire fino in fondo cosa era successo, cosa poteva aver scatenato un gesto così inconsulto, perché era successo così a freddo.
Non nascondo che la narrazione della vicenda fin dall’inizio abbia suscitato non poche perplessità e l’episodio meritava un’attenta riflessione e lettura dei fatti che abbiamo subito cercato di fare.
Il fatto per come si è svolto mi ha lasciato e continua a lasciarmi fortemente perplesso.
Ha colpito inoltre la circostanza che è non è stata sporta nell’immediatezza del fatto subito denuncia.
Il fatto comunque che l’On. Bitonci abbia potuto richiamare immediatamente l’attenzione della polizia locale sul posto conferma che in stazione ora la vigilanza, rispetto al passato, c’è ed è costante.
La stazione grazie all’azione e all’operato dell’amministrazione Giordani è permanentemente presidiata e l’episodio indipendentemente da come si evolverà conferma la bontà del presidio, grazie al pronto intervento dei vigili, che non va abbandonato ma anzi rinforzato.
All’On.le Bitonci è utile ricordare che da quando amministriamo noi la città la vigilanza in stazione è garantita da due pattuglie della polizia locale, con un servizio fisso e dinamico, dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19 e poi fino alle 24 da una sola, con un servizio solo dinamico, garantito anche durante il fine settimana.
Alla vigilanza della Polizia Locale si aggiunge, sull’intera area della stazione fino alle 19, anche il servizio appiedato reso dall’Esercito per il tramite dell’Operazione Strade Sicure.
Inoltre sull’area della stazione, su sollecitazione dell’amministrazione Giordani, vengono svolti mediamente due controlli interforze alla settimana predisposti e coordinati direttamente dal Questore.
I Carabinieri di Padova dopo la denuncia dell’On.le Silvia Covolo hanno assunto la titolarità delle indagini e agli stessi ho chiesto che “dal momento che il fatto ha avuto un considerevole impatto pubblico una volta ultimato l’esame dei fotogrammi delle videocamere gli stessi vengano messi a disposizione della pubblica opinione – stante la tutela della privacy – perché la vicenda ha interessato dei parlamentari della Repubblica. In modo da consentire così che si faccia pubblicamente piena luce su quanto accaduto».
Vedremo alla fine chi avrà ragione su questo episodio “eccezionale” sul quale è stata montata ad arte una polemica.
Per quanto concerne il fenomeno delle “spaccate” l’amministrazione comunale e le forze dell’ordine, in modo sinergico, hanno messo in campo delle contromisure con l’auspicio che siano in grado di stroncare prima possibile il fenomeno che si ripresenta a Padova in maniera ciclica e con alcune modalità esecutive sorprendenti. (Spaccano, fanno danni da migliaia di euro per portar via quasi nulla ed addirittura consumano panini ed aprono bottiglie di champagne per festeggiare l’aumento della collezione!)
Ci furono delle spaccate e qualche picchiatore seriale che colpiva gli anziani durante la primavera elettorale del 2014 con Ivo Rossi Sindaco, ed anche allora per l’inquietudine che generarono quegli episodi nell’opinione pubblica si cercò di porre rimedio e di dare una mano agli esercenti.
Con una deliberazione di giunta, la n. 317/2014 del 20.5.2014, si mise a disposizione un fondo di 100mila euro per aiutare i titolari di negozi al fine di dotare i propri punti vendita di sistemi di protezione passiva.
Bene che oggi l’Assessore Bressa riprenda quella impostazione, però qualche domanda ce la dobbiamo porre per evitare che si discuta eternamente sempre delle stesse cose.
1) Perché quando il fondo è stato cancellato da Bitonci nessun commerciante o organizzazione di categoria ha sollevato il problema, protestato con ronde e/o passeggiate, chiesto fondi al comune nonostante le 12 spaccate registrate durante l’amm.ne leghista?
2) Perché a distanza di quattro anni i sistemi passivi di sicurezza, come dichiarato dal questore sono gli stessi di allora?
3) A fronte del costo oramai irrisorio di una telecamera perché siamo ancora all’anno zero?
Non è una critica e non mi interessa alimentare polemiche, ma su questa tema è necessario il concorso di tutti, occorre uscire dal clima della campagna elettorale, lavorare non solo nella denuncia dei problemi, nell’alimentazione dell’allarme sociale, ma anche nelle soluzioni.
Insomma quattro anni fa avevamo visto giusto, ma dobbiamo tutti essere conseguenti e mi permetto di suggerire che questa misura che da oggi è operativa per gli esercenti e che si presenta come misura di ristoro per i danni subiti, deve diventare strutturale magari coordinandola anche con la camera di commercio, affinchè gli operatori economici siano stimolati, in un contesto di “sicurezza partecipata”, a dotarsi di sistemi di protezione passiva tecnologicamente più avanzati.
Fare questo aiuta le forze dell’ordine a svolgere con più efficacia il loro lavoro di presidio e controllo del territorio ed evita a noi, come amministrazione, di essere accusati di inerzia nella creazione di misure di sicurezza urbana “sussidiaria e complementare”.
Luigi Tarzia