Non accenna a placarsi la baruffa politica sullo status di inquilino abusivo di un alloggio pubblico del tunisino arrestato in settimana dal,a questura di Padova che lo accusa di almeno due furti con scasso ai danni di altrettanti esercizi pubblici padovani. Su Padova negli ultimi tre mesi si è abbattuta una gragnola di furti di cui comunque il nordafricano sarebbe responsabile solo in piccolissima parte, al massimo due su 34.
Scrive a tal proposito il consigliere comunale Alain Luciani:
“La Lega Padova chiede immediati chiarimenti sulla questione dell’ occupazione dell’alloggio popolare da parte del pluripregiudicato tunisino arrestato nell’ambito delle indagini sulle spaccate seriali che hanno colpito molti esercizi pubblici del centro cittadino.
A quanto ci risulta l’Ater di Padova ha denunciato tempestivamente al Comune la grave situazione presente nell’alloggio occupato dal pluripregiudicato ma, purtroppo, non avendo poteri di polizia non poteva entrare in quella casa.
Per il cittadino tunisino irregolare, che ci risulta fosse già stato sfrattato in precedenza da alloggi Ater, già la scorsa estate è stata protocollata da Ater una richiesta di intervento al Comune.
Vogliamo immediate risposte e assunzioni di responsabilità!”
Risponde il sindaco Sergio Giordani:
“La polemica del giorno a cura dei soliti membri di un pezzo dell’opposizione (divisa) conferma che sulla strumentalità e sull’ignoranza dei fatti reali questi signori, e signore, hanno toccato definitivamente il fondo. Divulgano spesso falsità pronunciate senza vergogna di smentita e solo per “Sentito dire” con l’obiettivo chiaro di sviare dalla realtà stampa e cittadini. Ecco quindi che, per quanto la mia pazienza sia grande, stavolta corre l’obbligo di parlare, soprattutto a tutela della dignità dell’operato sempre professionale della nostra polizia locale e dei nostri collaboratori. I nostri agenti per ben due volte hanno svolto i sopralluoghi del caso nell’immobile in oggetto non riscontrando occupanti terzi ma verificando che l’assegnatario non era presente, quindi comunicando tutti i dati agli uffici preposti per l’avvio della procedura di decadenza. Decadenza che, trattandosi di procedimento amministrativo che tocca diritti primari, non avviene in maniera automatica ma con una precisa procedura che può durare anche ben più di un mese per norma e a prescindere dalla nostra volontà. Il Comune quindi aveva fatto tutte le verifiche ed era pronto ad agire come previsto con report giunto a metà Settembre dalla Polizia locale. Quello che mi pare non sappiano i tuttologi della “porzione” di minoranza che oggi fa confusione, mescolando addirittura procedimenti penali con procedure amministrative, è che dal 3 settembre è in vigore la nuova legge regionale sulle norme di edilizia residenziale pubblica. Legge che a differenza del passato prevede che le revoche non siano operate solo dal Comune, come era prima, ma anche congiuntamente con Ater. Una legge che è fatta “Così bene” da non prevedere chi debba far cosa nel periodo di transizione dal vecchio regime a quello nuovo, ad esempio sulle revoche delle assegnazioni. Questo non rende chiari i processi e i protocolli esponendo gli enti a cascate di ricorsi facili da parte di chi magari è nel torto ma rischia pure di farla franca per la carenza di chiarezza normativa della legge regionale. Come da nostra cultura non abbiamo operato un facile scaricabarile su altri, sport che mi pare sempre in voga su altri fronti, ma stanti queste lacune evidenti nella norma, Ater e Comune hanno avviato lunghi momenti di riunione e raccordo (documentati) per capire come agire in maniera concreta nel frattempo. Insomma, solo polveroni inutili di chi è in grado di agitare qualsiasi problema ma è incapace di offrire una sola soluzione“.
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